Se la temperatura supera i 35 gradi, è possibile richiedere la cassa integrazione ordinaria. Il tema sarà discusso oggi al Consiglio dei Ministri, che intende approvare un decreto legge che autorizza il ricorso alla cassa integrazione per il caldo. Ma approfondiamo prima cos’è la cassa integrazione.
Cos’è la cassa integrazione
La cassa integrazione guadagni, o cassa integrazione, è un contributo economico pagato dallo Stato che sostituisce o integra la retribuzione ed è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o che operano con orario ridotto a causa di difficoltà produttive dell’azienda. Possono usufruirne operai, impiegati, apprendisti e quadri. Sono esclusi dirigenti e lavoratori a domicilio. Esistono:
- cassa integrazione ordinaria (cigo): spetta ad alcune categorie di aziende definite dalla legge, ha una durata massima di 13 settimane e può essere prorogata fino a 12 mesi, mentre per alcune aree il limite è ampliato a 24 mesi;
- cassa integrazione straordinaria (cigs): può essere erogata per eventi straordinari che costringono alla sospensione dell’attività produttiva, come ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale, crisi aziendale di particolare rilevanza sociale e in caso di procedure concorsuali (fallimento, liquidazione coatta amministrativa, ecc). E’ destinata solo ad aziende con più di 15 dipendenti appartenenti ad alcuni settori specifici;
- cassa integrazione in deroga (cigd): sono le integrazioni salariali che spettano ai lavoratori di aziende escluse delle due casse precedenti. Un esempio di cigd è quella concessa per l’emergenza epidemiologica da coronavirus.
Cos’è la cassa integrazione per il caldo
Come ricorda il decalogo dell’Inail “Esposizione a temperature estreme e impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro”, le temperature che superano i 35 gradi, ma anche “inferiori a 35° centigradi possono determinare l’accoglimento della domanda qualora entri in considerazione la valutazione non solo della temperatura rilevata dai bollettini meteo, ma anche quella c.d. ‘percepita’, che è più elevata di quella reale”. Le temperature percepite possono essere ricavate “dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale”, ricorda l’Inail.
Chi può richiederla
Possono fare richiesta coloro che svolgono:
- lavori di stesura del manto stradale;
- lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni;
- lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione;
- lavori in luoghi non proteggibili dal sole ;
- una professione che presuppone l’utilizzo di materiali o macchinari particolarmente sensibili al forte calore;
- lavorazioni al chiuso in ambienti che non possano beneficiare di sistemi di ventilazione o raffreddamento per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro.
Come fare domanda
La domanda può essere presentata dal datore di lavoro su indicazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp). Nella domanda bisogna specificare i giorni in cui il lavoro è sospeso o ridotto per le temperature alte e la natura delle attività svolte.
Cosa prevede la bozza di decreto
Stando alle indiscrezioni, il decreto discusso oggi dal Consiglio dei Ministri e proposto dalla ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone, per chi opera nel settore edile sarà più semplice ricorrere alla cassa integrazione ordinaria extra conteggio, ossia senza considerare lo stop causa caldo nelle 52 settimane previste nel biennio mobile.
La cassa dovrebbe essere autorizzata fino al limite di 90 giorni nell’anno solare.
Avranno un percorso semplificato per richiederla i lavoratori dei settori edile e agricolo.