Economia

Pnrr stravolto. Saltano anche i progetti idrogeologici

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Il Pnrr è destinato a cambiare volto: sono stati tagliati molti progetti e ridefiniti gli stanziamenti di alcuni fondi. In alcuni casi, le scelte effettuate dal governo, lasciano un po’ perplessi. Dopo gli ultimi eventi meteorologici che stanno colpendo l’Italia, ad esempio, quello che colpisce è la riduzione dei fondi previsti per la lotta al dissesto idrogeologico: la metà delle risorse previste sono destinate a saltare. Complessivamente, comunque, Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, ha proposto una sostanziale revisione da 116 miliardi di euro su almeno 144 misure che compongono il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Le rimodulazioni si sono rese necessarie a seguito dei ritardi e delle difficoltà che si sono incontrate nella realizzazione del Pnrr fino ad oggi. Il Piano è stato oggetto di una vera e propria negoziazione con la Commissione europea, che coinvolge le parti da più mesi. Nella cabina di regia che si è tenuta ieri, giovedì 27 luglio 2023, Raffaele Fitto ha presentato le modifiche apportate al Pnrr: non ci sono solo dei tagli, ma sono stati spostati dei fondi al RepowerEu e alcune proroghe alle scadenze.

Pnrr i progetti tagliati

Sono molteplici i tagli apportati al Pnrr. Vengono eliminati interventi per 15,89 milioni di euro. Le misure coinvolte riguardano principalmente le ferrovie, ma anche temi più vicini alla popolazione – almeno in questo periodo – come il dissesto idrogeologico e il welfare. I ministeri che devono affrontare i maggiori tagli sono:

  • Infrastrutture;
  • Ambiente;
  • Interni;
  • Università.

Difficile per il momento valutare quali possano essere le conseguenze sui rapporti politici tra i vari titolari e palazzo Chigi di questa decisione.

Sicuramente il ministero che dovrà pagare il dazio maggiore ai tagli è dello delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini. Fitto ha proposto alcune modifiche ai progetti relativi alle ferrovie: dal Pnrr escono i progetti per la connessione diagonale Roma-Pescara (620,17 milioni di euro), e alcuni tratti della Napoli-Bari e della Palermo-Catania, per un taglio di altri 787 milioni.

Dissesto idrogeologico

Sicuramente quello che maggiormente va all’occhio, in questo momento, sono i tagli alla lotta al dissesto idrogeologico: oltre la metà dei fondi sono stati tagliati. Stiamo parlando di una cifra pari a 1,3 miliardi di euro completamente cancellata, su uno stanziamento iniziale pari a 2,5 miliardi di euro. Eliminati completamente dal Pnrr sono gli interventi:

  • per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni: 6 miliardi:
  • per la rigenerazione urbana che servivano a ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale: 3,3 miliardi.

Benché siano state cancellate dal Pnrr, queste due voci non sono state eliminate definitivamente. Dovrebbero, infatti, essere finanziate con altri fondi, ma per il momento non si conoscono ancora le tempistiche.

Repower Eu: adesso vale 19,25 miliardi di euro

Entra completamente nella partita, ora come ora, il RepowerEu: il piano europeo per la transizione ecologica e l’autonomia energetica. In questo piano andranno a confluire tre grandi misure di investimento:

  • reti: 2,312 miliardi di euro;
  • transizione verde ed efficientamento energetico: 14,793 miliardi di euro;
  • filiere: 2,05 miliardi di euro;

Sono previste, inoltre, sei riforme settoriali, il cui valore complessivo è pari a 100,75 milioni di euro, che passano dalla riduzione dei costi di connessione alle reti per la produzione di biometano al testo unico rinnovabili.

Pnrr, gli Ecobonus per i redditi bassi

All’interno del Repower sono stati inseriti anche i nuovi ecobonus destinati alle famiglie e alle imprese che intendono investire nel risparmio energetico di luce e gas, attraverso le ristrutturazioni edilizie. Nella bozza di revisione del Pnrr relativa al RepowerEu si legge che i nuovi bonus dovranno:

garantire il raggiungimento degli obiettivi RepowerEU di efficienza, di riduzione della domanda e di contrasto alla povertà energetica. Il costo dell’investimento complessivo è di 4 miliardi di euro, 2 per il 2024 e 2 per il 2025. La misura si basa su incentivi fiscali, attivati da tempo in Italia e potenziati dal 2020 con il cosiddetto Superbonus, ma corregge e indirizza il sostegno esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito. In passato gli interventi sono stati prevalentemente attivati per edifici privati, a prescindere dalla fascia di reddito dei proprietari, mentre ora l’incentivo è destinato solo a famiglie a rischio di povertà energetica e ai giovani.

La presa di posizione di Sergio Mattarella

Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha invitato tutti a mettersi sulla stanga. Poche ore prima dell’annuncio effettuato da Raffaele Fitto, Mattarella aveva rivolto un appello alla politica:

In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili, legati, palesemente, alle conseguenze del cambiamento climatico. Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, al Nord, come al Centro, come nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti. Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo. Bisogna agire da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico; dall’altra è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori, che consentano di prevenire e attenuare gli effetti dei fenomeni che si verificano sempre più di frequente.