(9Colonne) – Montalcino, 1 ago – Le api, considerate un vero e proprio termometro dei mutamenti climatici, sono in grande difficoltà a causa della siccità, del caldo sopra la media e degli insetticidi. Le fioriture sono avvenute in anticipo sulla norma, con sconvolgimenti dell’interazione biologica tra il complesso meccanismo sociale dell’insetto e le risorse botaniche disponibili. Risultato: la produzione di miele quest’anno è molto al di sotto alla media, pari a 100/110.000 quintali all’anno. E, dove non può il clima, arrivano i trattamenti chimici a spopolare gli alveari (1,1 milioni in Italia, con una popolazione di circa 55 miliardi di api curate da 50.000 apicoltori). È questo il quadro che emerge dalle prime stime del raccolto di miele italiano nel 2007, del quale si discuterà alla “Settimana del Miele” di Montalcino (7/9 settembre), il più importante evento italiano in apicoltura, un settore che fattura direttamente 60 milioni di euro, ma che arriva a 2,5 miliardi di euro se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura.
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