(9Colonne) – Roma, 3 ago – La Turchia può essere un ottimo sbocco per le imprese italiane. Attualmente sono 550 le aziende italiane presenti nel paese, secondo i dati della Camera di Commercio italiana in Turchia, e nel 2006 gli investimenti diretti italiani sono stati pari a 4,5 miliardi di dollari rispetto ad un totale degli investimenti esteri di 18,1 miliardi. “La Turchia è uno dei paesi in cui occorre programmare la presenza dell’Italia che ancora è al di sotto di quella di altri Paesi europei come Germania, Francia, Regno Unito, Belgio e Olanda”, afferma Fatih Ayçin segretario generale della Camera di Istanbul. Un settore trainante è quello dell’ambiente. Secondo le stime del ministero turco competente predisposte in collaborazione con l’Unione europea la Turchia necessiterà di investimenti nel settore dell’ambiente fino al 2025 per un totale di oltre 70 miliardi di euro di cui il 54%, pari a circa 38 miliardi, sarà destinato al trattamento delle acque reflue, 14 miliardi all’armonizzazione del comparto industriale con le normative Ue, circa 13 miliardi per il trattamento e riciclaggio dei rifiuti solidi e 3 miliardi destinati alla lotta all’inquinamento atmosferico. In particolare per il trattamento delle acque i 3.225 comuni turchi si dovranno dotare di un impianto. Sempre secondo il ministro turco l’Ue, a partire dal budget del 2008 allocherà, in linea con quanto prevede il Governo di Ankara, consistenti risorse al riguardo (gli analisti segnalano che circa il 20% dei 70 miliardi di euro – almeno 14 miliardi – proverranno dall’Ue nei prossimi 18 anni).
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