La proposta del governo Meloni di una tassa sugli extraprofitti delle banche continua a tenere banco in questa calda estate. E ora sono in molti ora a paventare effetti a cascata della misura su conti correnti, prestiti e mutui, a discapito dei risparmiatori. Facciamo chiarezza.
Tassa sugli extraprofitti e mutui
Innanzitutto chiariamo che la tassa non avrà ripercussioni su tutti i mutui. Quelli a tasso fisso resteranno per definizione invariati. Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile (il 37% del totale, secondo le stime dell’Abi, Associazione Bancaria Italiana), l’aumento della rata potrebbe essere dell’ordine dello 0,5%, da aggiungere ai rincari ulteriori della rata portati dal rialzo dei tassi da parte della Bce a fine luglio 2023.
Extraprofitti e prestiti
Per quanto riguarda i prestiti, l’effetto della nuova tassa è incerto. Gli istituti di credito potrebbero decidere alternativamente di:
- aumentare anche in questo caso i tassi d’interesse dello 0,5%;
- stringere i cordoni della borsa e ridurre l’erogazione di prestiti, in modo da ridurre il margine d’interesse netto (Nii), su cui è calcolata la tassa stessa.
Gli effetti sui conti correnti
Incerto anche l’effetto sui conti correnti. Sempre nell’ottica di ridurre il margine d’interesse, gli istituti di credito potrebbero:
- decidere di incrementare i tassi sui depositi pagati ai correntisti, a scapito dei loro utili; tuttavia, va detto che le banche finora si sono guardate bene dal farlo, sebbene abbiano avuto questa possibilità;
- aumentare le commissioni o introdurne di nuove, rivalendosi così sui correntisti per la tassa da pagare.
Inoltre, potrebbe verificarsi un cambio di rotta nell’offerta dei prodotti, orientandosi verso quei prodotti con maggiore margine commissionale, quali fondi di investimento o polizze, dal momento che tali profitti sono esclusi dalla nuova tassa.