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Succo d’arancia, uragani e batteri fanno schizzare i prezzi

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I crescenti impatti della crisi climatica stanno sempre più frequentemente influenzando anche il settore finanziario, soprattutto nel contesto delle materie prime. Recentemente, si è manifestato un alto prezzo da pagare in un ambito insolito: il succo d’arancia. Questo ha raggiunto livelli mai visti, arrivando a 3 dollari per libbra, rispetto all’1,75 dello stesso periodo dell’anno precedente.

La responsabilità di questa situazione può essere attribuita agli uragani Ian e Nicole, che nel corso del 2022 hanno colpito duramente la Florida. Questa regione è nota per essere un importante polo di produzione di arance negli Stati Uniti, che a sua volta occupa la quarta posizione a livello mondiale come produttore, seguendo Brasile, Cina e India. In aggiunta, una malattia che sta attaccando le piante ha causato danni significativi alle coltivazioni.

I motivi della crescita dei prezzi del succo d’arancia

Verso la fine dell’anno scorso, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha stimato una produzione di 20 milioni di casse di arance in Florida per la stagione 2022-2023, una contrazione del 51% rispetto all’anno precedente e rappresentando la quantità più esigua registrata dalla stagione 1936-1937. Ma a luglio tale previsione ha ulteriormente subito una riduzione, scendendo a 15,9 milioni di casse nel corso del 2022-2023.

Le tempeste, o più precisamente gli uragani, rappresentano un fattore chiave in questa situazione: la Florida, principale regione produttrice nazionale con una vasta estensione di oltre 150.000 ettari coltivati e una forza lavoro di 32.000 addetti, ha recentemente affrontato una dura realtà causata dai due uragani Ian e Nicole. Questi hanno colpito la regione verso la fine dell’anno scorso, lasciando un pesante fardello su un settore ancora in fase di recupero da un altro grave evento climatico, l’uragano Irma del 2017. Ian da solo ha comportato danni per oltre un miliardo di dollari all’agricoltura statale, di cui 247 milioni solo nell’ambito delle coltivazioni di agrumi. Successivamente, ulteriori danni sono stati causati da gelate insolite.

Tutto questo ha portato ad un aumento dei costi: dall’1,75 dollari per libbra di agosto 2022 ai 3 di questo mese, un aumento di poco più del 70% secondo Business Insider. E 1,75 era già un prezzo più alto del normale: nel maggio 2021 costava addirittura 1,05 dollaro a libbra, un aumento rispetto ad oggi del 185%.

E si aggiunge anche il batterio

Ma non ci sono solo le condizioni climatiche a mettere in crisi il settore del succo d’arancia. A complicare ulteriormente la situazione c’è l’espansione del Huanglongbing (HLB), comunemente noto come la Malattia del Drago Giallo. Questo patogeno è stato veicolato oltre 15 anni fa da uno psillide asiatico degli agrumi. Gli alberi infettati sviluppano frutti che diventano duri, acquisiscono una tonalità verde e diventano amari, diventando inadatti al consumo. Jack Scoville, broker del Price Futures group di Chicago, ha sottolineato che non esiste alcuna soluzione disponibile per questa malattia, non esiste una cura conosciuta. Non è possibile trattare gli alberi con prodotti chimici per prevenire l’infezione. L’unica opzione è l’abbattimento dell’albero infetto, il suo estirpamento e la necessità di ricominciare da zero.

In risposta a questa sfida, i coltivatori locali hanno dedicato sforzi considerevoli allo sviluppo di soluzioni per contrastare la diffusione della malattia. Tra queste strategie rientrano la coltivazione di alberi più resistenti all’inverdimento degli agrumi, l’utilizzo di integratori alimentari e iniezioni per aumentare la capacità degli alberi di combattere i batteri, così come l’adozione di metodi per proteggere le piante dagli insetti. A detta di Shannon Shepp, direttore esecutivo dell’agenzia statale Florida Department of Citrus (FDOC), questa primavera sarebbe dovuta vedere l’inizio dell’implementazione di nuove strategie per affrontare l’inverdimento degli agrumi. Tuttavia, i piani sono stati ritardati a causa delle condizioni climatiche estreme.

Le importazioni in Brasile e Messico

Nonostante gli sforzi intensi, sembra che la capacità produttiva della Florida sia destinata a subire un indebolimento prolungato. Marisa Zansler, direttrice delle ricerche economiche e di mercato presso il Florida Department of Citrus, ha dichiarato a The Guardian a febbraio che l’industria sta affrontando pressioni sia legate alle condizioni meteorologiche che alla gestione dell’inverdimento. La risoluzione di queste sfide e il processo di reimpianto richiederanno del tempo. Senza una tempistica precisa per il rimpiazzo adeguato delle scorte, i prezzi del succo d’arancia potrebbero rimanere elevati per l’anno in corso. Alico, una delle principali aziende mondiali di succo d’arancia, prevede che il ripristino della normalità richiederà almeno un paio d’anni, ma questa stima potrebbe essere influenzata da futuri eventi climatici, come un ulteriore uragano.

Nel frattempo, gli Stati Uniti dovranno sempre più affidarsi alle importazioni dal Brasile, il primo produttore mondiale di succo d’arancia, che rappresenta circa un terzo della produzione globale con circa 1,157 milioni di tonnellate prodotte nell’ultima stagione, e dal vicino Messico. Dato che negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno importato più succo d’arancia di quanto ne abbiano prodotto internamente, molti esperti ritengono che l’economia più grande del Sud America potrebbe dettare l’andamento dei prezzi del succo d’arancia nel 2023. La previsione iniziale per la stagione 2023-2024 in Brasile è di 309,34 milioni di casse, che rappresenterebbe un calo dell’1,55% rispetto al raccolto precedente. Nonostante le piogge abbondanti siano considerate positive per la prossima stagione di raccolto, le popolazioni asiatiche dello psillide degli agrumi e i casi di inverdimento degli agrumi stanno aumentando in Brasile. Inoltre, uno stato produttore chiave del paese ha subito intense piogge che hanno danneggiato le coltivazioni e ritardato la raccolta.