Baidu: forte crescita a+15% dei Ricavi Anno su Anno
Il gigante dei motori di ricerca cinesi, Baidu, ha concluso il secondo trimestre del 2023 con risultati finanziari eccellenti. I ricavi complessivi hanno raggiunto la cifra di 34,1 miliardi di RMB, equivalenti a 4,70 miliardi di dollari. Questo rappresenta una crescita significativa del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’EBITDA rettificato ha raggiunto i 9,1 miliardi di RMB, ovvero 1,26 miliardi di dollari, con un margine EBITDA rettificato del 27%. Questi numeri dimostrano la solidità finanziaria dell’azienda e la sua capacità di generare profitti consistenti, a fronte di investimenti e spese operative.
Infine, l’utile netto è stato di 5,2 miliardi di RMB, pari a 718 milioni di dollari, registrando un aumento impressionante del 43% su base annua. L’utile diluito per ADS ha raggiunto i 14,17 RMB (1,95 dollari), mentre l’utile per ADS rettificato è stato di 22,55 RMB (3,11 dollari). Questi dati riflettono la forza del modello di business di Baidu e la sua capacità di generare ritorni elevati per gli azionisti.
Breaking news
Seduta positiva per le borse europee, grazie anche all’andamento positivo di Wall Street in scia alla riunione della Fed.
La Federal Reserve annuncia un significativo taglio dei tassi di interesse, il primo in quattro anni, con possibili ulteriori riduzioni entro fine anno. I mercati reagiscono positivamente, con forti guadagni per i principali indici statunitensi e un incremento della propensione al rischio che favorisce i titoli tecnologici.
La sterlina britannica ha raggiunto i massimi da marzo 2022 in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere invariato il tasso d’interesse al 5%. La valuta si è rafforzata sia contro il dollaro che l’euro, in un contesto di politiche monetarie divergenti tra la BoE e la Federal Reserve americana.
Il comitato di politica monetaria della Banca Centrale della Turchia ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento al 50%, nonostante l’analisi degli indicatori inflazionistici e la domanda interna in rallentamento.