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L’India è sulla luna. Ora lo spazio è un business

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L’India è atterrata con la navicella Chandrayaan-3 sul polo sud lunare, quarta nazione ad allunare. Analisti e dirigenti si aspettano ora una forte crescita dell’industria spaziale. Ma la “partita geopolitica” è ancora aperta. La Russia, con il suo Luna-25, lanciato meno di due settimane fa, era sulla buona strada per arrivare prima degli indiani, ma il lander è precipitato sul suolo lunare domenica. Un disastro che può avere forti conseguenze nei piani russi, cancellando o modificando i finanziamenti per una missione successiva.

Una competizione per raggiungere una regione della Luna – precedentemente inesplorata – che ricorda la corsa allo spazio degli anni ’60, quando si sfidarono Stati Uniti e Unione Sovietica. Ma ora lo spazio è un business, e il polo sud della Luna è una zona inesplorata che sembra sia ricca di acqua ghiacciata, un luogo perfetto per supportare una futura colonia lunare, operazioni minerarie ed eventuali missioni su Marte.

India, ora l’obiettivo è lo studio dei moonquakes

Con la spinta del primo ministro Narendra Modi, l’India ha privatizzato i lanci spaziali e sta cercando di aprire il settore agli investimenti stranieri con l’obiettivo di aumentare di cinque volte la sua quota sul mercato globale dei lanci entro il prossimo decennio. Come sottolineato, con il successo del lander Chandrayaan-3, il settore spaziale indiano trarrà vantaggio dalla reputazione di un’ingegneria a costi competitivi. L’Indian Space Research Organization (ISRO) ha impiegato un budget di circa 74 milioni di dollari per la missione. Pochissimi, rispetto ai 93 miliardi che la Nasa sta spendendo per il suo programma lunare Artemis fino al 2025.

Come suggerito dal suo nome, questa è la terza missione del programma di esplorazione della Luna condotto dall’India. La navetta sarà in grado anche di studiare i cosiddetti moonquakes, ossia i movimenti sismici lunari che avvengono ciclicamente. La determinazione della velocità di propagazione delle onde attraverso la Luna avrà un ruolo cruciale nel rivelare informazioni di rilievo riguardo a ciò che si cela al di sotto della superficie del nostro satellite.

Russia: la distruzione di Luna-25 può aver interrotto i finanziamenti

Il razzo Luna-25, la prima lanciata dalla Russia verso il satellite dal 1976, è andata distrutta a causa di un incidente durante una manovra prima del suo tentativo di atterraggio, programmato per domenica. Tuttavia, sabato intorno alle 14:57, l’agenzia spaziale russa Roscosmos ha comunicato che le comunicazioni con il razzo sono state perse. Secondo le prime indagini effettuate in seguito all’incidente, sembra che abbia smesso di esistere a seguito di una collisione con la superficie lunare, ha aggiunto Roscosmos.

Con il lancio di Luna-25, Mosca aveva sperato di continuare l’eredità del programma spaziale sovietico “Luna”, segnando un ritorno all’esplorazione lunare indipendente, in un contesto di crescente isolamento dall’Occidente. La sonda Luna-25, con un peso di 800 chilogrammi, avrebbe dovuto compiere il primo atterraggio nella storia al polo sud lunare. Lo stesso direttore generale di Roscosmos, Yuri Borisov, aveva precedentemente definito l’impresa “rischiosa”.

Nonostante le sanzioni inflitte dall’Occidente a causa del conflitto in Ucraina e il progressivo isolamento, la Russia è comunque riuscita a portare a termine un’operazione di lancio verso la Luna, seppur fallito. Tuttavia, alcuni esperti esprimono dubbi riguardo alla capacità del paese di finanziare un successore di Luna-25. Non è stato divulgato quanto la Russia abbia speso per questa missione. Vadim Lukashevich, un esperto spaziale indipendente e autore con sede a Mosca, a Reuters afferma che:

Le spese destinate all’esplorazione spaziale vengono ridotte anno dopo anno. Le priorità di bilancio della Russia in relazione al conflitto in Ucraina rendono altamente improbabile la realizzazione di un progetto simile a Luna-25 in futuro.

Tra le cause del fallimento, è anche l’isolamento della Russia alla comunità internazionale a seguito della guerra in Ucraina, quindi perdendo accesso alla rete di supporto DSN offerta dalla Nasa a tutte le missioni spaziali. Le sanzioni dopo l’invasione russa rendono più difficile l’accesso alla tecnologia occidentale, con un impatto sul suo programma spaziale.

In passato, la Russia aveva considerato la possibilità di partecipare al programma Artemis della NASA fino al 2021. Successivamente, annunciò che avrebbe collaborato con il programma spaziale cinese relativo alla Luna. Tuttavia, pochi dettagli riguardanti questa collaborazione sono stati resi noti. Stessa cosa fece a luglio 2022 quando disse che avrebbe lasciato la Stazione Spaziale Internazionale dopo il 2024, salvo poi fare un dietrofront.

Stati Uniti: non solo Nasa, ma anche Musk e Bezos

Ma anche gli Stati Uniti stanno lavorando per ritornare sulla Luna: un esempio è SpaceX di Elon Musk, che tenterà di lanciare nello spazio il suo razzo Starship, dal costo di 3 miliardi di dollari, dopo un tentativo fallito ad aprile. Oltre a questi 3, l’azienda prevede di investirne circa 2 miliardi nel corso dell’anno sullo sviluppo di Starship, ha rivelato Musk.

Parallelamente, società come Axiom Space e Blue Origin di Jeff Bezos stanno sviluppando alternative alla Stazione Spaziale Internazionale tramite finanziamenti privati. Axiom ha annunciato lunedì 21 agosto di aver ottenuto un investimento di 350 milioni di dollari da investitori sauditi e sudcoreani.