Intervista esclusiva a Jason DeSena Trennert, Chairman Strategas a 360° su mercati USA, tassi FED, elezioni 2024 e investimenti in tempi di incertezze economiche e geopolitiche.
Qui un’anticipazione, l’intera intervista alle 15:00 in diretta sul sito di Wall Street Italia e Finanzaonline.
Dopo la strepitosa corsa del tech nella prima metà dell’anno cosa possiamo aspettarci nella seconda parte del 2023?
Direi che dipenderà dell’andamento dei tassi di interesse della Fed al lungo termine. A parte i Magnifici Sette, si deve ricordare che quasi 40% delle compagnie nel Russell 2000 sono senza profitti. Li chiamano i titoli a lunga durata. Queste azioni sono le più vulnerabili ai tassi d’interesse in crescita.
Al di là dei titoli tecnologici che hanno offerto dei rendimenti particolarmente vantaggiosi, ci sono altri settori su cui state puntando?
In particolare, favoriamo i titoli del settore energetico. Il settore fornisce dividendi significativi e hanno grandi flussi di cassa. Titoli con queste caratteristiche sono i più forti durante un periodo d’inflazione e tassi d’interessi alti.
La “bonanza” dei titoli energetici sembra essere terminata o almeno questo è quanto indicano i conti dell’ultimo trimestre in cui gli utili di Exxon e Chevron sono calati del 50% mentre quelli di BP addirittura del 70%. Le massime soddisfazioni per gli investitori hanno raggiunto il picco?
Crediamo di no. La differenza più significativa questi giorni rispetto agli anni passati è il fatto che le società energetiche hanno un gran rispetto per gli azionisti, forse più grande in ogni periodo dagli anni 70. Inoltre è difficile per le compagnie spendere in capitale causa delle regolamentazioni.
Che impatto avranno le elezioni presidenziali del 2024 sui mercati? Chi sarà il leader del partito Repubblicano?
Per quanto riguarda il leader del partito Repubblicano, è difficile non scommettere sulla vittoria di Donald Trump. Ma la corsa é lunga e conosco personalmente tanti repubblicani come me, che credono che Trump non può vincere le elezioni. Pensiamo che le presidenziali del 2024 saranno un fattore molto importante per gli investitori. Sul lato politiche fiscali, come americani, siamo su una pista che non è sostenibile. Il prossimo presidente, chiunque che sia, dovrà prendere delle decisioni molto difficili.
Che volto ha un portafoglio perfettamente bilanciato tra azioni e obbligazioni?
A questo punto penso che non ci siano buoni opzioni per gli investitori. Per quanto riguarda le obbligazioni, pensiamo che gli investitori dovrebbero avere una durata corta. Con le azioni, la cosa importante sarà i bilanci forti durante un periodo di tassi d’interessi e inflazione molto più normale rispetto a quello che abbiamo visto durante il periodo di QE.
Credi che il progetto dei paesi BRICS di sostituire il dollaro possa funzionare nel lungo periodo o è solo “wishful thinking”?
Nonostante i problemi fiscali degli States, non c’è un’altra alternativa per il dollaro a questo punto. Quindi mi verrebbe da dire che allo stato attuale il desiderio di questi paesi di sostituire il dollaro con una valuta alternativa sia soltanto “wishful thinking.” Prima o poi, gli Stati Uniti perderanno il dollaro come la valuta di riserva. Ma ora come ora non c’è un’altra alternativa. Un’esposizione alle materie prime è probabilmente una buona idea.