(9Colonne) – Roma, 27 ago – La Silicon Valley scopre il “Greetech”, ovvero l’“informatica ecologica”. Secondo quanto riporta il quotidiano francese Libération, i giganti del settore, infatti, sarebbero impegnati a ricercare un approccio meno inquinante alla loro attività, anche a costo di provocare un rincaro del 30% sul costo dei prodotti, peraltro in parte compensato dalle spese inferiori per l’elettricità. Tra le iniziative maggiori, la recente adesione di Google e Intel all’operazione Climate Savers Computing Initiative, lanciata da altri importanti marchi del settore come Dell, HP, IBM, Lenovo e Microsoft sotto il patrocinio del Wwf. Tale campagna mira a risparmiare 5,5 miliardi di dollari all’anno di spese energetiche, nonché a ridurre le emissioni di gas serra di 54 milioni di tonnellate nello stesso periodo. Del resto, il settore in questione non è precisamente ininfluente circa gli equilibri climatici del paese: secondo uno studio del Gartner Group, le tecnologie informatiche producono il 2% delle emissioni di CO2 legate all’attività umana, ovvero quanto l’intera flotta aerea mondiale. Un giornalista americano, Nicholas Carr, ha inoltre calcolato che ciascuno dei 2,8 milioni di avatar presenti in Second Life utilizza 4,8 kWh al giorno, 10 volte di più di un abitante in carne ed ossa del Camerun. Come dire: mondo virtuale, inquinamento reale. E ancora: sappiamo che il miliardo e mezzo di computer presenti sulla terra spreca più di metà della energia da essi consumata, trasformandola in calore puro. Secondo Chris Gabriel, della società inglese Logicalis, il 60% della temperatura ambientale negli uffici è prodotta dai computer accesi, che hanno bisogno di essere raffreddati da ventole che a loro volta consumano energia. Va inoltre detto che a fronte di tale consumo energetico, l’unico guadagno promesso, ovvero quello derivante dalla fine dello spreco di carta grazie all’avvento dell’informazione digitale, è fallito clamorosamente, producendo anzi una richiesta maggiore di prodotti cartacei. Qualche segnale positivo, tuttavia, sembra delinearsi all’orizzonte. La diffusione dei computer portatili, ad esempio, viene ben vista, dato che questi pc consumano energia cinque volte di meno. L’utente è inoltre più portato a spegnerli, quando invece il 60% dei computer fissi non viene praticamente mai spento.
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