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Test della facoltà di medicina venduti su Telegram: esposto in Procura

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Una pesante denuncia coinvolge il mondo dell’università: i test della facoltà di medicina sono stati venduti a 20 euro. A sollevare questo polverone è stato un esposto presentato in Procura ed un ricorso al Tar per contestare le graduatorie dallo studio legale Leone-Fell & C.

Ad anticipare la notizia è stato il quotidiano La Repubblica. La notizia, al momento, non è stata ancora confermata. Questo eventuale illecito, nel caso in cui dovesse dimostrarsi vero, aprirebbe le porte ad uno scandalo, le cui conseguenze potrebbero essere realmente pesanti. Immediatamente si è mosso il Ministero dell’Università che ha chiesto chiarimenti a Cisia, il cui compito è proprio quello di gestire i vari test.

Test venduti a 20 euro

Secondo quanto riferisce il quotidiano La Repubblica, l’esposto presentato in procura dallo studio legale solleva alcuni dubbi sulle irregolarità che avrebbero caratterizzato le nuove modalità, attraverso le quali si accede all’università di medicina. A finire sotto la lente d’ingrandimento sarebbe stata l’inadeguatezza dei controlli da parte del Cisia e gli espedienti che sarebbero stati utilizzati da una parte dei candidati, provenienti dalle scuole di preparazione al test, per far circolare i quesiti e le relative soluzioni nelle chat di Telegram,

Il Consorzio Cisia ha risposto pubblicamente alle accuse che gli sono state le mosse e sul suo sito internet ha sottolineato che

Da sempre CISIA effettua il monitoraggio dei canali social con lo scopo primario di migliorare i livelli di assistenza. In alcuni casi il Consorzio è intervenuto presso i moderatori ricordando i termini dei regolamenti TOLC. Infine, è utile richiamare che i punteggi equalizzati dei TOLC-MED e VET sono stati attribuiti nel pieno rispetto di quanto stabilito dagli atti ministeriali. CISIA è a disposizione delle Istituzioni per ogni approfondimento si dovesse rendere necessario.

Le Facoltà a numero chiuso

Il test di accesso alla facoltà di medicina apre un dibattito che nel tempo non si è mai sopito: le università a numero chiuso. Ma quali sono i pro ed i contro dei test d’ingresso?

Nel nostro paese l’accesso programmato ai corsi di laurea coinvolge principalmente alcuni corsi, tra i quali spiccano:

  • Medicina;
  • Medicina in lingua inglese (IMAT);
  • Odontoiatria e protesi dentaria;
  • Professioni Sanitarie;
  • Veterinaria;
  • Scienze della Formazione primaria.

Altre facoltà, invece, hanno l’accesso programmato locale. Tra queste ci sono:

  • Farmacia;
  • Biologia;
  • Psicologia;
  • Scienze Motorie
  • Scienze della Comunicazione.

In questi ultimi casi le singole università hanno la più ampia autonomia sulle materie e sulle modalità di svolgimento dei vari d’ingresso.

I pro e i contro del numero chiuso

Indipendentemente dalla tipologia di facoltà e dalla gestione dei test d’accesso, quello relativo al numero chiuso continua a rimanere un dibattito aperto.

A preoccupare, infatti, è la preparazione necessaria per riuscire ad affrontare l’esame di ammissione, che, almeno la maggior parte delle volte, mette in seria difficoltà gli studenti. I test risultano essere così tanto difficili, che sono un vero e proprio ostacolo all’accesso al corso di laurea.

Fatta questa doverosa premessa, proviamo ad analizzare quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi dei test d’ingresso. Sicuramente tra gli aspetti positivi vi è quello di limitare gli ingressi: alcune facoltà rischierebbero di ricevere troppe richieste rispetto ai posti realmente disponibili. Mettere un filtro, permette di avere meno studenti e garantire loro una formazione migliore. E soprattutto adeguata ai nostri tempi.

Lo svantaggio, invece, è quello che mettere troppi limiti porta ad alcuni studenti a rinunciare a studiare per realizzare il sogno della propria vita. A preoccupare è, inoltre, la presenza di un sistema che risulta essere altamente selettivo e che, non sempre, risulta essere altrettanto meritocratico.