Ricchezza famigliare, cifra record negli Stati Uniti. Sale anche l’Italia, ma siamo ancora indietro
Grazie alla ripresa del mercato azionario e l’aumento del valore delle case, la ricchezza delle famiglie americane negli Stati Uniti ha raggiunto un nuovo record nel secondo trimestre di quest’anno.
Il patrimonio netto ha toccato la cifra di 154.3 trilioni di dollari, superando il precedente record di 152 trilioni di dollari stabilito all’inizio del 2022. Un aumento del 4% rispetto al trimestre precedente, quando erano stati toccati 148,8 trilioni. A pubblicare questi dati è stata la Federal Reserve, in un rapporto fatto uscire nei giorni scorsi.
Un aumento causato principalmente dall’incremento del valore degli investimenti in azioni statunitensi, che ha registrato un aumento di 2,6 trilioni di dollari nel corso del trimestre. Allo stesso tempo è salito anche il patrimonio immobiliare, valori delle abitazioni comprese, che ha registrato un incremento di 2,5 trilioni di dollari.
I motivi dell’aumento della ricchezza famigliare
L’aumento dell’inflazione ha spinto la Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse a partire da marzo 2022 ad un ritmo più veloce degli ultimi quattro decenni. Questi rialzi hanno avuto un impatto sui mercati finanziari, riducendo il valore degli investimenti azionari, moderando il mercato immobiliare e sollevando il rischio di una possibile recessione.
Tuttavia, gli economisti avvertono che il rischio di recessione non è ancora scongiurato. Il rallentamento dell’inflazione e il mercato del lavoro ancora forte sono fattori positivi, ma non sono sufficienti a garantire la crescita economica. In particolare, gli economisti sottolineano che il rallentamento dell’inflazione è ancora incerto, e che il mercato del lavoro potrebbe iniziare a raffreddarsi a causa dei rialzi dei tassi di interesse. Inoltre, la guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia continuano a rappresentare fattori di incertezza per l’economia mondiale.
Ma nonostante ci sia ancora una possibilità di recessione, per Goldman Sachs le probabilità si sono abbassate: la banca infatti, proprio per il buon andamento del mercato azionario, ha ridotto fino al 15% la percentuale di probabilità di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi. A inizio anno era stata fissata al 35%. In una nota, la banca d’affari americana ha citato il rallentamento dell’inflazione e un mercato del lavoro ancora forte come ragioni per essere più ottimista sulle prospettive economiche del Paese. Questi due fattori, infatti, potrebbero portare la Federal Reserve a ridurre il ritmo dei rialzi dei tassi d’interesse.
La situazione in Italia: in aumento la ricchezza delle famiglie
E in Italia? Anche da noi nell’ultimo report della Banca d’Italia la ricchezza delle famiglie italiane è in aumento: secondo i dati usciti a gennaio 2023 (che prendono però in analisi il periodo che va alla fine del 2021) il patrimonio netto delle famiglie italiane, cioè misurato come somma delle attività reali e finanziarie al netto delle passività finanziarie, era pari a 10.422 miliardi di euro, 176 mila euro pro capite. Una cifra salita, secondo l’analisi Istat-Bankitalia, del 3% rispetto all’anno precedente, pari a oltre 300 miliardi a valori correnti.
Tuttavia, a guardar bene si tratta di un aumento “apparente”, visto che la ricchezza in termini reali si è ridotta dell’1,1%, in controtendenza rispetto al 2020 (+1,7%), e in rapporto al reddito è scesa da 8,71 a 8,66. Ciò significa che, nonostante l’aumento nominale, il patrimonio delle famiglie italiane ha perso valore in termini di potere d’acquisto. Questo è dovuto all’aumento dell’inflazione, che ha ridotto il valore delle attività finanziarie e reali. Inoltre, la riduzione del rapporto tra patrimonio e reddito è un segnale di indebolimento della solidità finanziaria delle famiglie. Ciò potrebbe dipendere da un aumento delle passività finanziarie, come mutui e prestiti, o da un calo dei redditi.
Quanto alle società non finanziarie, la loro ricchezza netta è risultata pari a 880 miliardi di euro alla fine del 2021, in riduzione dell’8% rispetto al 2020. A fronte di un incremento di circa 150 miliardi della ricchezza lorda, cui ha fortemente contribuito l’aumento dei depositi (+49 miliardi), le passività sono cresciute di 225 miliardi, principalmente per effetto dell’aumento del valore delle azioni e altre partecipazioni.
Ma l’Italia resta comunque indietro rispetto a molti altri paesi
Nonostante l’aumento, la ricchezza netta pro capite delle famiglie italiane alla fine del 2021 era comunque inferiore a quella di molti altri Paesi europei, ad eccezione della Spagna (dove l’ultimo dato disponibile è del 2020). Secondo il rapporto Istat-Banca d’Italia, dal 2018 la crescita della ricchezza pro capite è stata modesta per le famiglie di Francia, Regno Unito, Germania e Italia e più sostenuta per le famiglie canadesi e statunitensi, grazie alla dinamica favorevole delle attività finanziarie. Negli ultimi anni, soprattutto nel 2021, la crescita per l’Italia è risultata inferiore rispetto a quella degli altri Paesi. In particolare, la ricchezza netta pro capite delle famiglie italiane era pari a 176 mila euro, rispetto a 368 mila euro in Canada, 287 mila euro in Francia, 265 mila euro in Germania e 183 mila euro nel Regno Unito.