Economia

Bce, rialzo di 25 punti base. Inflazione ancora alta e crescita rivista al ribasso

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La Bce ha alzato i tassi di 25 punti base, per via delle prospettive di inflazione ancora troppo elevate per troppo tempo. La novità è che i tassi si trovano ora su livelli che daranno un “contributo sostanziale” a riportare l’inflazione al 2%. Ma Lagarde ha chiarito che l’approccio continuerà a dipendere dai dati, chiarendo che al momento non si può dire di aver raggiunto il picco.

Quello di oggi potrebbe essere stato dunque l’ultimo rialzo di questo ciclo restrittivo, che ha già determinato notevoli impatti sull’economia e sulle condizioni di finanziamento, anche se l’istituto preferisce mantenere tutte le opzioni sul tavolo e non sbilanciarsi eccessivamente. Intanto, le proiezioni economiche aggiornate rivedono al rialzo le stime di inflazione per il 2023 e il 2024 e tagliano le stime sul Pil per il triennio 2023-25. Ecco tutti i dettagli.

Bce alza tassi di 25 punti base, inflazione troppo alta

“L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine. Al fine di progredire ulteriormente verso tale obiettivo, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE.”

Così si apre il comunicato della Bce, pubblicato al termine della riunione odierna, che ha portato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, con effetto dal 20 settembre 2023.

“L’incremento dei tassi di oggi rispecchia la valutazione del Consiglio direttivo delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.”

Bce alza stime inflazione 2023-24, taglia inflazione core 2024-25

L’Eurotower ha inoltre rivisto le stime sull’andamento dell’economia della zona euro, con particolare riferimento all’inflazione e al Pil.

“Le proiezioni macroeconomiche di settembre formulate per l’area dell’euro dagli esperti della BCE indicano un tasso di inflazione pari in media al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, per effetto di una revisione al rialzo per il 2023 e il 2024 e al ribasso per il 2025.”

Le precedenti stime si attestavano rispettivamente a 5,4%, 3,0% e 2,2%. La correzione al rialzo, spiega la nota, “riflette principalmente l’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia. Le pressioni di fondo sui prezzi restano elevate, sebbene la maggior parte degli indicatori abbia iniziato a ridursi.”

Gli esperti della Bce, precisa però il comunicato, “hanno lievemente rivisto al ribasso le proiezioni dell’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, che si collocherebbe in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.” Le previsioni precedenti indicavano un’inflazione core rispettivamente al 5,1%, al 3,0% e al 2,3%.

Stime Pil eurozona abbassate a +0,7% nel 2023 e a +1% nel 2024

“I passati incrementi dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo continuano a trasmettersi con vigore”, spiega la Bce. “Le condizioni di finanziamento si sono inasprite ulteriormente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo.”

“Alla luce del maggiore impatto di tale inasprimento sulla domanda interna e dell’indebolimento del contesto del commercio internazionale, gli esperti della BCE hanno rivisto significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, che si porterebbe nell’area dell’euro allo 0,7% nel 2023, all’1,0% nel 2024 e all’1,5% nel 2025.” Le stime precedenti erano pari a 0,9%, 1,5% e 1,6%.

stime bce settembre

Bce: “Tassi su livelli che contribuiranno a ritorno inflazione al 2%”

Il comunicato prosegue poi con un’indicazione importante in ottica futura, che lascia presagire la concreta possibilità di una pausa dopo il rialzo odierno: “In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario.”

Segue poi il consueto richiamo all’approccio data-driven: ” Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.”

Le indicazioni della Bce su acquisti bond e rifinanziamento

Nessuna novità significativa sul fronte dei programmi di acquisti obbligazionari. “Il portafoglio del PAA (programma di acquisto di attività) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria.”

Inoltre, “il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.”

Per quanto riguarda le operazioni di rifinanziamento, “a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.”

Lagarde: “Non possiamo dire che i tassi abbiano raggiunto il picco”

Nonostante i toni piuttosto “dovish” del comunicato, nel corso della successiva conferenza stampa la presidente Christine Lagarde ha sottolineato i passaggi relativi al fattore temporale e al “contributo sostanziale” nell’avvicinamento al target di inflazione, lasciando dunque intendere che non solo il livello dei trassi, ma anche il tempo per cui resteranno elevati concorrerà al raggiungimento dell’obiettivo. “Ma non vuol dire – perché non possiamo dirlo ora – che siamo al culmine”, ha precisato.

La presidente ha dichiarato che alcuni membri del Consiglio Direttivo avrebbero preferito una pausa, ma c’è stata una “solida maggioranza” attorno alla decisione odierna, pur senza indicare numeri precisi.

Inoltre, ha sottolineato l’importanza della revisione al ribasso della crescita del 2024, in gran parte dovuta agli strascichi del 2023, con l’economia che sta attraversando diversi trimestri di lenta espansione, anche se le cose dovrebbero iniziare a migliorare l’anno prossimo.

Un secco “no”, invece, alla domanda relativa ad un’eventuale influenza delle perdite delle banche centrali nella strategia della Bce contro l’inflazione.

La reazione dei mercati

Dopo la riunione della Bce e la conferenza stampa di Lagarde, gli indici azionari europei viaggiano in rialzo, con il Ftse Mib in progresso dello 0,9%, il Dax a +0,6% e l’Eurostoxx 50 a +0,9%.

Euro/dollaro in ribasso a 1,066, complici anche i dati americani che hanno evidenziato una crescita sopra le attese delle vendite al dettaglio e dei prezzi alla produzione.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 177 punti base, con il decennale italiano in ribasso al 4,37% dopo aver raggiunto ieri il 4,44%.