Economia

Lehman Brothers, 15 anni dopo il fallimento. “Too big to fail”

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Sono trascorsi quindici anni dal 15 settembre 2008, quando la quarta più grande banca degli Stati Uniti, Lehman Brothers, è collassata sotto il peso dei mutui subprime.

Questo evento rappresentò il più imponente fallimento bancario mai verificatosi, una calamità più che una semplice crisi finanziaria, che segnò l’inizio di una nuova era nell’economia mondiale.

Lehman Brothers, considerata da tutti una “too big to fail“, troppo grande per fallire, ha sorpreso il mondo nel settembre del 2008 con il suo crollo, scatenando una vera e propria catastrofe finanziaria.

Questo evento ha scoperchiato una “voragine” finanziaria che non era limitata solo alle insolvenze nei mutui, ma che coinvolgeva in modo più ampio i prodotti derivati, in particolare quelli legati ai mutui subprime.

La storia del crac Lehman Brothers

Negli anni ’90, le istituzioni finanziarie iniziarono a creare titoli derivati legati ai mutui ipotecari, cercando finanziamenti dai mercati ma legando i risultati alla solvibilità dei mutuatari. Grandi banche d’affari, tra cui Lehman Brothers, seguirono questa pratica, vendendo prodotti finanziari ad alto rating basati sulla fiducia nei mutui come investimenti sicuri. Tuttavia, quando le famiglie e le imprese non poterono più ripagare i mutui, soprattutto quelli subprime ad alto rischio, i derivati legati ad essi persero valore, causando enormi perdite per banche e fondi.

Lehman Brothers, tra le più esposte, inizialmente sembrava “troppo grande per fallire”, ma alla fine dichiarò bancarotta nel settembre 2008, avvalendosi del Capitolo 11 della legge fallimentare statunitense, che fornisce protezione in caso di bancarotta. Il crollo di Lehman e, ancor più, il collasso di AIG, la più grande compagnia di assicurazioni del mondo, hanno scatenato una crisi finanziaria di portata globale, innescando una recessione mondiale che ha causato perdite di decine di migliaia di miliardi di dollari e ha portato alla disoccupazione di 30 milioni di persone.

Inoltre, tutte le banche d’investimento del mondo detenevano una grande quantità di derivati legati ai mutui e ad altri prestiti, compresi quelli per automobili, istruzione e carte di credito. In breve, il fallimento di Lehman Brothers scatenò un caos di proporzioni gigantesche, esponendo un sistema che aveva spinto troppo in alto la soglia del rischio, concedendo prestiti a persone senza garanzie adeguate.

Per salvare le banche, i governi e le banche centrali hanno fornito enormi pacchetti di aiuti finanziari e una rete di salvataggio sui depositi e sui conti pubblici. Al fine di correggere le dinamiche che hanno causato la crisi finanziaria, sono state introdotte normative più severe sul capitale e sulla liquidità delle banche.

La crisi si è sviluppata in diverse fasi: dal 2008 al 2010 ha principalmente coinvolto gli Stati Uniti, mentre dal 2011 si è estesa all’Europa.

Dove sono finiti i protagonisti del collasso di Lehman Brothers

A 15 anni di distanza, molti responsabili della grande crisi finanziaria culminata con il fallimento di Lehman Brothers sono spariti dalla scena pubblica.

Richard Fuld, il CEO di Lehman Brothers al momento del suo crollo, è stato oggetto di intense critiche per la gestione della banca e per il suo ruolo nella crisi finanziaria globale. Nel 2018, Fuld è stato coinvolto in varie iniziative imprenditoriali e ha fondato la sua azienda di consulenza finanziaria chiamata “Matrix Advisors”. Ha continuato a essere un personaggio controverso nel mondo finanziario, ma non ha più ricoperto una posizione di rilievo nel settore bancario.

Ben Bernanke, l’ex presidente della Federal Reserve che si trovò a gestire lo tsunami Lehman, continua ancora oggi a lavorare nel mondo economico ed è consulente di grandi fondi di investimento.

Henry Paulson era all’epoca Segretario al Tesoro Usa, ed è stata sua la decisione di lasciare fallire Lehman Brothers; oggi dirige il think tank Paulson Institute, che si occupa soprattutto di ambiente e crescita sostenibile e si trova all’interno dell’Università di Chicago.

Un’altra Lehman Brothers è possibile? Gli altri casi

Questa estate è scoppiata la crisi immobiliare cinese. Colossi come Evergrande o il promotore immobiliare Country Garden sono finiti sull’orlo del fallimento e diversi analisti si sono spinti a fare paragoni col caso Lehman. Anche il fallimento di Silicon Valley Bank nel marzo 2023 riportò alla mente il crollo del 2008, come anche la crisi di Credit Suisse. Ogni volta che c’è una banca in crisi, i paragoni con Lehman vengono sempre fatti.

Il fallimento della banca californiana delle start-up, SVB-Silicon Valley Bank, aveva inizialmente riportato la paura di un evento simile a Lehman Brothers nei mercati finanziari. Questa preoccupazione è poi aumentata ulteriormente con la crisi che ha coinvolto Credit Suisse in Svizzera, insieme ai suoi titoli obbligazionari. La banca è stata salvata attraverso un’operazione orchestrata dalla Swiss National Bank, che l’ha praticamente fusa con la sua rivale UBS.

Durante quelle turbolente settimane di marzo, il dramma di Credit Suisse ha alimentato il timore in Europa che altre banche europee potessero essere contagiate dalla crisi. Tuttavia, quando sembrava che la tempesta della californiana SVB fosse passata, è emerso il caso di First Republic, una banca regionale che JP Morgan, il colosso di Wall Street, aveva cercato di stabilizzare attraverso diverse iniezioni di liquidità e che alla fine è stata acquisita dalla stessa First Republic. Da allora, la tensione, almeno per quanto riguarda le banche, si è in qualche modo attenuata.

La situazione di Evergrande e la crisi di Lehman Brothers sono diverse, nonostante molti accostamenti. In Cina, c’è stata una bolla speculativa legata a programmi di sviluppo immobiliare ambiziosi, attirando investitori con la promessa di futuri guadagni dalla vendita di proprietà. La crisi del 2008 negli Stati Uniti è stata causata da mutui concessi a debitori ad alto rischio, le cosiddette “subprime”, che poi sono stati cartolarizzati in veicoli finanziari. La differenza principale sta nell’origine dei problemi finanziari: in Cina, è una bolla immobiliare, mentre negli Stati Uniti, è stata una crisi dei mutui subprime.