Novità per la tassa sugli extraprofitti delle banche. La maggioranza ha trovato l’accordo con un emendamento, a seguito un accordo faticoso tra le forze di governo dopo le pressioni di Forza Italia, da sempre critica sulla misura. L’emendamento sarebbe già stato inviato alla Ragioneria dello Stato per la bollinatura e dovrebbe essere depositato a breve in Senato. Quattro sono le principali modifiche introdotte alla tassa. Vediamole una per una.
Le 4 modifiche alla tassa sugli extraprofitti
1. Una nuova base imponibile
La base imponibile della tassa sarà diversa e inferiore: sarà pari all’ammontare del margine di interessi dell’esercizio 2023 che eccede per almeno il 10% il medesimo margine dell’esercizio 2021.
2. Il tetto massimo
Il tetto massimo tassa sale dallo 0,1% allo 0,26% della base imponibile “dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale”, anziché sul totale dell’attivo. Ciò permetterà di escludere dalla tassazione i titoli di Stato, come chiesto da Forza Italia. Resta invariata l’aliquota, pari al 40%.
3. La possibilità di evitare la tassa sugli extraprofitti
La tassa sugli extraprofitti potrà anche essere evitata, a patto di destinare “a una riserva non distribuibile un importo pari a 2,5 volte l’imposta“. La somma sarà computata “tra gli elementi del capitale primario di classe 1”, ovvero andrà a rafforzare il patrimonio delle banche. Inoltre la tassa portata a patrimonio dovrà essere versata all’Erario in un secondo tempo “solo nel momento in cui quel patrimonio dovesse essere distribuito agli azionisti”. Questa modifica è stata pensata per tutelare le banche più piccole.
4. Il divieto di scaricare sui clienti la tassa sugli extraprofitti
Il Governo ha altresì previsto “il divieto alle banche di traslare gli oneri derivanti” dalla tassa sui costi dei servizi erogati nei confronti di imprese e clienti finali”. A vigilare sarà l’Antitrust. Una modifica volta a tutelare i risparmiatori dal rischio che le banche innalzino i costi per scaricare su di loro la tassa.
Gettito invariato dalla tassa sugli extraprofitti
Nonostante le modifiche, il gettito dalla tassa sugli extraprofitti dovrebbe restare invariato, attorno ai 2,5-2,7 miliardi di euro. Che saranno impiegati per:
- rifinanziare le misure per il mutuo sulle prime case;
- ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese;
- rimpinguare il fondo di garanzia costituito presso il Mediocredito Centrale, che assicura i prestiti delle banche a favore delle pmi.
La reazioni del mercato
Le modifiche alla tassa sugli extraprofitti previste dall’emendamento sembrano piacere al settore bancario italiano. Attualmente i titoli in maggior rialzo in borsa sono Banco Bpm (+1,75%), Banca Mps (+1,28%) e Bper Banca (+0,98%), Banca Mediolanum (+0,02%). L’indice FTSE Italia Banche attualmente cede solo lo 0,30%.