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USA, Rischio shutdown: quali conseguenze avrebbe per l’economia?

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La pubblicazione dei principali dati economici statunitensi, compresi i rapporti sull’occupazione e sull’inflazione di fondamentale importanza per politici e investitori, sarà sospesa a tempo indeterminato nel caso in cui il governo federale dovesse andare in shutdown alla fine di questa settimana per mancanza di fondi. La sospensione dei rapporti avverrebbe in tutte le agenzie governative come il Bureau of Labor Statistics (BLS) del Dipartimento del Lavoro e il Census Bureau e Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio; uno stop che lascerebbe i funzionari della Federal Reserve, gli investitori, le imprese e la popolazione all’oscuro di come l’economia americana sta andando.

Ma questa rappresenta soltanto una delle varie conseguenze di un arresto delle attività governative negli Stati Uniti. Se il paese dovesse fermarsi, ciò potrebbe portare alla perdita del rating AAA da parte di Moody’s. Precedentemente, Fitch aveva già preso una simile decisione quest’anno, mentre S&P aveva fatto lo stesso durante la presidenza di Barack Obama, declassando il debito degli Stati Uniti dal suo massimo rating, ovvero l’AAA.

Perchè il rischio shutdown si sta avvicinando

Gli Stati Uniti si trovano così sull’orlo del loro ventiduesimo shutdown governativo in cinquant’anni. Se entro il 30 settembre il Congresso non riuscirà a raggiungere un accordo sulla spesa per il prossimo anno, ciò potrebbe comportare che centinaia di migliaia di dipendenti federali non riceveranno il loro stipendio e numerose agenzie governative potrebbero esaurire i fondi. Questa situazione potrebbe portare a una paralisi che potrebbe durare una settimana o persino più di 34 giorni, rendendola così la sospensione delle attività governative più lunga della storia recente, simile a quanto accaduto tra il 2018 e il 2019 durante l’amministrazione di Donald Trump alla Casa Bianca.

Durante tale chiusura, il Bureau of Labor Statistics (BLS) sospenderebbe le sue operazioni, con i rapporti sull’occupazione di settembre e l’indice dei prezzi al consumo (CPI) che non verrebbero pubblicati nei tempi previsti. La chiusura influenzerebbe anche il Census Bureau, ritardando la pubblicazione di dati importanti come le vendite al dettaglio, i nuovi progetti immobiliari e i rapporti sulle vendite delle case per settembre. Inoltre, la pubblicazione della prima stima del PIL del terzo trimestre, prevista per fine ottobre, potrebbe essere ritardata a seconda della durata del blocco.

A rischio posti di lavoro e assicurazioni sanitarie

Inoltre, verrebbero sospesi programmi cruciali come Medicare, l’assicurazione sanitaria per i cittadini a basso reddito, e i benefici sociali. Inoltre, la ricerca scientifica subirebbe un duro colpo, con le principali agenzie di ricerca costrette a interrompere i loro progetti, e persino la NASA dovrebbe mandare a casa la stragrande maggioranza dei suoi dipendenti, cioè 17.000 su 18.300. Il settore dei trasporti subirebbe conseguenze significative: sebbene i controllori di volo negli aeroporti sarebbero richiamati al lavoro, il rischio di assenteismo sarebbe elevato. Le agenzie preposte alla gestione delle emergenze, come quelle coinvolte nei disastri naturali, incendi, tifoni e tempeste tropicali che sono purtroppo comuni negli Stati Uniti, verrebbero paralizzate.

Nel Pentagono, dove tutti i 800.000 impiegati civili verrebbero messi in congedo, una delle preoccupazioni principali riguarda i contratti. Quelli stipulati prima dello shutdown continuerebbero a essere in vigore, e il dipartimento della Difesa potrebbe effettuare nuovi ordini per forniture o servizi necessari per la sicurezza nazionale. Tuttavia, per il resto delle operazioni, tutto verrebbe sospeso. Proprio per questo motivo, il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha recentemente escluso le operazioni relative all’Ucraina da una potenziale paralisi, consentendo il proseguimento dell’invio di armi a Kiev e il training delle forze armate ucraine, almeno finché ci sono fondi disponibili.

E Moody’s avverte: “Pronti a togliere la Tripla A”

E oltre a questo si somma il problema Moody’s: nella nota pubblicata ieri, l’agenzia di rating ha affermato che un possibile shutdown del governo degli Stati Uniti rappresenterebbe un evento “credit negative” per il paese. Nel dettaglio, scrivono:

Se non ci sarà una risposta di politica fiscale efficace per tentare di compensare quelle pressioni, si rischierà di assistere a un impatto sempre più negativo sul profilo del credito. E questa situazione potrebbe tradursi in un outlook negativo, forse a un certo punto anche in un downgrade, nel caso in cui quelle pressioni non venissero affrontate

L’analista di Moody’s, William Foster, ha avvertito che un’eventuale sospensione delle attività governative sarebbe una testimonianza ulteriore di come la polarizzazione politica a Washington stia mettendo a rischio le scelte di politica fiscale degli Stati Uniti. Questo accade in un momento in cui crescono le preoccupazioni sulla capacità dell’economia e della politica di gestire il debito governativo degli Stati Uniti, specialmente a causa degli aumenti dei tassi di interesse dovuti alle politiche restrittive della Federal Reserve di Jerome Powell. Negli ultimi giorni, la situazione è diventata ancora più critica a causa dell’appello di Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti, in favore dello shutdown, rivolto ai membri del Congresso del suo stesso partito, i repubblicani.

Gli effetti dei ritardi negli stipendi e della riduzione degli orari sui lavoratori federali, nonché dei contratti in stallo, potrebbero costare caro all’economia americana: lo shutdown del 2019,il più lungo nella storia americana, costò circa 11 miliardi di dollari, stando alla nota del Congressional Budget Office. Secondo la US Travel Association, una chiusura in questo periodo si tradurrebbe in 140 milioni di dollari al giorno persi nel settore dei viaggi negli Stati Uniti.

Cos’è lo shutdown

Il termine “shutdown” (ovvero spegnimento) è un’espressione che si riferisce a una procedura specifica nel sistema politico ed economico degli Stati Uniti, ed è comunemente conosciuto come “government shutdown”. Questo sistema è previsto dall’Antideficiency Act e si verifica ogni volta che il Congresso degli Stati Uniti non riesce a raggiungere un accordo per finanziare specifiche attività governative. Quando ciò accade, le attività governative non essenziali vengono interrotte, da cui il termine “shutdown”, fino a quando il Congresso non raggiunge un nuovo accordo per il finanziamento. Il governo degli Stati Uniti inizia il suo anno fiscale il 1° ottobre di ogni anno, e questa data rappresenta la scadenza entro la quale il Congresso deve approvare i piani di spesa per il funzionamento delle agenzie governative. Il Congresso ha un potere esclusivo nella gestione del bilancio federale, ed è simile alla Legge di Bilancio italiana.