Australia: inflazione accelera il passo ad agosto per prima volta in quattro mesi
Accelerazione delle pressioni inflazionistiche in Australia, almeno in base a quanto emerge dal dato headline.
Nel mese di agosto l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salita del 5,2% su base annua, rispetto al tasso di crescita pari al 4,9% del mese precedente.
L’accelerazione dell’inflazione, la prima in quattro mesi, è stata provocata soprattutto dall’aumento dei prezzi energetici.
Escludendo le componenti più volatili, il CPI core ha segnato infatti un rialzo del 5,5%, inferiore al +5,8% di luglio.
Ma la paura di ulteriori rialzi dei tassi da parte della banca centrale australiana, RBA (Reserve Bank of Australia) deprime l’azionario dell’Asia Pacifico, e in particolare la borsa di Sidney, che cede lo 0,30% alle 7.40 ora italiana.
Breaking news
Finale perlopiù positivo per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari in progresso dello 0,47% a 35.204,26 punti. Balzo di Iveco Group (+6,2%), ben intonate anche Moncler (+2,1%) e Brunello Cucinelli (+2,6%), quest’ultima dopo i dati sui ricavi del terzo trimestre. In calo invece Saipem (-3,4%), deboli Diasorin (-0,9%) ed Eni (-0,4%). […]
La seduta di Wall Street apre in rialzo grazie alla spinta di Apple e Netflix, con il Nasdaq in crescita. Nonostante una chiusura leggermente in calo ieri, i principali indici mostrano segni positivi grazie a dati macroeconomici favorevoli. Tuttavia, il petrolio Wti segna una diminuzione del prezzo al Nymex.
Il mercato edilizio americano ha subito una contrazione a settembre 2024, con un calo dello 0,5% nei nuovi cantieri avviati e una diminuzione del 2,9% nei permessi edilizi. Le aspettative degli analisti prevedevano un calo meno marcato nei permessi.
I mercati azionari cinesi hanno chiuso in netto rialzo, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in aumento del 3,61% e lo Shanghai Composite del 2,91%. Questo avviene dopo le nuove misure di finanziamento della banca centrale cinese. Il PIL del terzo trimestre è cresciuto del 4,6%, superando le previsioni, ma non ha influenzato negativamente le contrattazioni.