Economia

Spreco alimentare in calo. L’inflazione batte il food waste

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Nelle società moderne, il problema dello spreco alimentare persiste e si manifesta in diverse forme: chi acquista più cibo di quanto possa consumare prima che scada, chi ignora le date di scadenza riportate sulle etichette e chi prepara porzioni eccessive durante eventi speciali. Questo spreco di cibo si accumula in quantità enormi e rappresenta un paradosso significativo dei nostri tempi. La situazione, sebbene in una fase di recessione a causa di circostanze critiche come guerre e l’incidenza dell’inflazione, continua a essere un problema diffuso.

Questi dati emergono da uno studio condotto da Waste Watcher, l’International Observatory on Food & Sustainability, in collaborazione con la campagna Spreco Zero di Last Minute Market, attraverso il monitoraggio di Ipsos e la partecipazione dell’Università di Bologna.

Lo studio ha coinvolto otto paesi in tutto il mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan. Questi risultati dimostrano che il problema dello spreco alimentare è ampio e persistente, colpendo non solo le case delle persone ma anche le aziende nei paesi industrializzati.

Con l’inflazione lo spreco alimentare crolla

Secondo l’indagine, che assume particolare rilevanza in vista della quarta Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e gli sprechi alimentari promossa dalle Nazioni Unite, c’è una diminuzione dello spreco alimentare in tutti e 8 i Paesi presi in esame nell’ultimo anno.

Un calo notevole, persino negli Stati Uniti, che tradizionalmente prestavano meno attenzione a questo problema, dove è stato registrato un calo del 35% del cibo sprecato. In Italia, lo spreco alimentare domestico è diminuito del 25%, stabilizzandosi a circa 469,4 grammi settimanali per ogni cittadino.

Come rivela il rapporto, l’aumento dell’inflazione, soprattutto quella alimentare, ha pesantemente influito sul calo dello spreco nei cibi. Come sottolinea Andrea Segrè, economista e fondatore della campagna Spreco Zero e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International:

Per la prima volta abbiamo rilevato una massiccia riduzione dello spreco domestico a livello globale. È l’effetto della crescente dell’attenzione dedicata dall’Onu a questo tema, entrato pienamente nell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile? Solo in parte, purtroppo. Si tratta piuttosto dell’effetto combinato di un quadro economico e sociale drammatico in tutti i Paesi, con un indice di fiducia sul futuro molto basso. Lo sforzo dei governi dovrà dunque concentrarsi su un doppio binario, economico ed educativo, per riportare il sistema in equilibrio che significa ridurre lo spreco di cibo e adottare diete sane e sostenibili. Un monitoraggio che resta essenziale per potenziare la consapevolezza sui comportamenti e le abitudini di gestione e fruizione del cibo, sulle diete adottate e sugli alimenti realmente consumati, in chiave di prevenzione dello spreco nelle case dei cittadini del pianeta.

L’inflazione sta colpendo duramente i cittadini in tutto il mondo con significativi aumenti dei prezzi. Lo spreco alimentare viene percepito dai cittadini di vari paesi, tra cui l’Italia, principalmente come uno spreco di denaro da parte delle famiglie. La crescente inflazione alimentare, aumentata del 10,7% nelle ultime settimane, fa sì che prevenire lo spreco alimentare diventi un modo concreto per sostenere le famiglie, oltre a rappresentare un importante contributo alla salvaguardia dell’ambiente.

Doxa ha condotto sondaggi tra gli italiani per valutare il loro livello di consapevolezza riguardo allo spreco alimentare, e ha scoperto che la maggior parte degli intervistati è interessata a fare acquisti che favoriscano una spesa sostenibile.

Tuttavia, molti ritengono che sia necessario cambiare le proprie abitudini per farlo, spesso a causa del tempo e dello sforzo extra richiesto e della limitata disponibilità di prodotti sostenibili nei negozi.

Frutta e cibi freschi gli alimenti più sprecati

Un dato interessante emerso dall’indagine è che, ancora una volta, la frutta fresca è l’alimento più sprecato a livello globale. Questo risultato è particolarmente evidente in Italia (33%) e in Spagna (40%), paesi che condividono le tradizioni della Dieta Mediterranea.

I dati relativi all’attenzione dei consumatori alle etichette alimentari sono particolarmente interessanti. In Italia, il 71% dei consumatori legge l’etichetta di un prodotto alimentare prima di acquistarlo, un risultato significativo. La Spagna è l’unico paese che si avvicina a questo livello con il 70% dei consumatori che leggono le etichette. Al contrario, in Germania, meno della metà dei consumatori (45%) legge le etichette alimentari, un dato notevolmente inferiore rispetto all’Italia. In Olanda, il 69% dei consumatori legge le etichette, mentre in Francia questo valore sale al 66%.

Questi dati indicano che gli italiani sono particolarmente attenti alla provenienza dei prodotti alimentari prima di effettuare un acquisto, superando la media europea. La consapevolezza dei consumatori sulla provenienza e sulla composizione degli alimenti sta diventando sempre più importante, riflettendo un interesse crescente per la qualità e la sostenibilità dei prodotti alimentari.

Firma patto anti-inflazione, al via domenica

E proprio in tema inflazione, il rapporto arriva proprio il giorno dopo la firma del patto anti-inflazione, che dovrebbe contenere l’aumento dei prezzi di diversi prodotti essenziali. Un accordo che coinvolgerà non solo la filiera della distribuzione ma anche quella della produzione, con la partecipazione di oltre 30 associazioni di impresa, provenienti dai settori agricolo e industriale, che hanno aderito fin dai primi giorni di agosto.

Il governo Meloni spera che questa misura possa contribuire a frenare l’attuale inflazione, che continua a superare la soglia ideale del 2%. Anche se diverse associazioni hanno manifestato perplessità e dubbi sulla sua efficacia, sostenendo che potrebbe essere inefficace e persino controproducente sia per le filiere coinvolte che per i consumatori.