L’arrivo quasi certo del fenomeno El Niño verso la fine del 2023 comporterà seri rischi per i prezzi globali delle materie prime alimentari. La regione indo-pacifica registrerà forti episodi di calore e siccità a partire dal 4° trimestre di quest’anno, con un impatto sul settore agricolo che sarà particolarmente evidente nel 2024, dal momento che i rendimenti delle materie prime sono fortemente dipendenti dalle condizioni metereologiche (come caldo e precipitazioni).
Secondo un paper della Banca Centrale Europea, c’è una probabilità del 99% che si verifichi un episodio di El Niño nell’ultimo trimestre del 2023 e del 66% che sia un forte intensità. L’episodio di El Niño di quest’anno segna una svolta rispetto ai tre anni precedenti, dominati dalla sua controparte più fredda, La Niña.
Cos’è El Niño e i cambiamenti che porta al clima
Il fenomeno di El Niño, o più precisamente El Niño Southern Oscillation (ENSO) è un’alterazione delle temperature delle acque superficiali nell’area del Pacifico centro-orientale lungo la costa latino-americana e responsabile di un importante cambiamento meteorologico. Questo fenomeno si compone di due eventi contrastanti, La Niña ed El Niño, che si verificano ciclicamente ogni due o tre anni. La prima porta con sé condizioni climatiche più fredde e piovose, mentre il secondo è caratterizzato da temperature più elevate e un clima più arido. In questi ultimi mesi e per buona parte del mese di ottobre abbiamo assistito e assisteremo a un episodio di El Niño che si è verificato in tempi molto più brevi rispetto agli eventi storici, meno di un anno dopo l’ultimo episodio di La Niña. Questo conferma una maggiore frequenza di questi eventi meteorologici dannosi.
Le perturbazioni causate da El Niño hanno un impatto significativo sull’intera regione indo-pacifica, provocando ondate di calore e siccità. Questo fenomeno amplifica gli effetti negativi del cambiamento climatico in Asia-Pacifico, nell’Africa meridionale e orientale, e nelle Americhe, mentre Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale rimangono relativamente indenni da tali effetti.
Come influenza il raccolto e i prezzi
È probabile quindi che El Niño influenzi le forniture e i prezzi alimentari equatoriali e globali in quanto influisce sugli sviluppi meteorologici in tutto il mondo. Data la diversità di eventi meteorologici a seconda delle regioni, è difficile dire cosa ci si aspetterà in questi mesi. Ad esempio, El Niño provoca ondate di caldo con forti piogge in Sud America e negli stati meridionali degli Stati Uniti, mentre porta a siccità negli stati settentrionali degli Stati Uniti. La complessità dei modelli climatici risultanti implica che El Niño influisce in modo diverso a seconda del tipo di raccolto e delle stagioni di crescita, nonché della regione in questione. Tra gli Stati più vulnerabili e che dovrebbero sperimentare una diminuzione delle rese agricole ci sono:
- Brasile, primo produttore mondiale di canna da zucchero, soia, caffè e arancia
- India, secondo produttore mondiale di riso, grano, canna da zucchero e patate
- Indonesia, primo produttore di olio di palma e terzo produttore mondiale di riso
- Australia, quarto produttore mondiale di orzo e colza
Secondo la BCE, i prezzi globali delle materie prime alimentari potrebbero aumentare fino al 9% se arrivasse un El Niño di forte intensità.
Non sorprende, quindi, che nel 2024 i prezzi dei prodotti alimentari siano destinati ad aumentare. Il sud-est asiatico è un esempio significativo di questa tendenza. Negli ultimi vent’anni, gli episodi di El Niño hanno portato a pressioni inflazionistiche sui prezzi dei prodotti alimentari nella regione.
Il riso, che costituisce il 60% del consumo di cereali nella regione, è particolarmente vulnerabile agli effetti del clima, data la sua elevata richiesta di acqua per la coltivazione, che sarà influenzata dai bassi livelli di precipitazione. Il peso del settore alimentare negli indici regionali dei prezzi al consumo è molto significativo, rappresentando circa il 40%, con preoccupazioni per un aumento dell’inflazione a medio termine.
I prezzi del cacao sono aumentati di circa il 47% nell’ultimo anno a causa dei timori che il maltempo e le malattie dei raccolti possano danneggiare la produzione in Costa d’Avorio e Ghana, che costituiscono i due terzi dell’offerta mondiale.
Sotto la lente d’ingrandimento grano, mais e soia
Sia il livello dei prezzi che l’incertezza sui prezzi della soia e del mais nell’estate del 2023 sono aumentati in modo significativo. Per la soia, questi sono aumentati del 12% e quelli del mais del 10%, mentre la deviazione standard delle distribuzioni è aumentata rispettivamente del 24% e del 23%.
L’impatto sul grano, storicamente meno sensibile ai forti eventi di El Niño, è stato minore, con i prezzi in aumento del 7% e la deviazione standard del 13%. Nel complesso, i cambiamenti nella distribuzione dei prezzi implicita nelle opzioni riflettono le potenziali pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime alimentari e gli aumenti dell’incertezza sui prezzi innescati dagli sviluppi in corso di El Niño.