Economia

Private Banking italiano sopra i mille miliardi, anche grazie ai giovani

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Il Private Banking italiano ha continuato a dimostrare una solida performance nel primo semestre dell’anno, evidenziando una costante tendenza al rialzo nelle masse gestite. Nel complesso, queste hanno raggiunto l’importo di 1.057 miliardi di euro, registrando un significativo incremento del 2,5% rispetto ai 1.031 miliardi del primo trimestre. Un aumento che è ancora più significativo se lo si confronta con i 994 miliardi di euro registrati alla fine del 2022, un +6,3% in soli sei mesi. Risultati che hanno permesso al settore del Private Banking di anticipare di sei mesi l’obiettivo di raggiungere le masse previste per la fine del 2023.

La fotografia sul settore e òle principali tendenze è stata scattata partendo dall’analisi trimestrale del mercato condotta dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB).

Nel corso dei primi sei mesi dell’anno, gli operatori nel campo del Private Banking hanno dimostrato una notevole capacità nella raccolta netta, accumulando complessivamente 26 miliardi di euro. Ciò che rende questo risultato ancora più impressionante è la stabilità evidenziata nei due trimestri, con un totale di 13 miliardi di euro raccolti in ciascun periodo. Questo dato conferma la resilienza e la coerenza delle strategie di raccolta fondi attuate dai professionisti del Private Banking in Italia.

I numeri della crescita

Nonostante quindi una crescita economica complessa e che si è fatta via via più debole, i risultati nel settore del Private banking sono positivi. Come afferma Andrea Ragaini, presidente AIPB, nella nota:

Prosegue il percorso di crescita dell’industria Private, consentendoci di guardare con fiducia alla seconda parte dell’anno. Un risultato positivo che conferma l’apprezzamento per un modello di servizio che mette la consulenza professionale al centro della relazione con la clientela. Le preferenze degli investitori si sono orientate verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse. La crescita della componente amministrata dei portafogli del Private Banking è stata inoltre accompagnata da un incremento della consulenza a pagamento, salita nell’ultimo anno dal 13% al 17% dei 1.057 miliardi di euro di masse affidate al settore

Nel corso del secondo trimestre, il panorama macroeconomico e finanziario ha presentato un quadro di cauto ottimismo. Il panorama è stato, infatti, influenzato da una serie di eventi che hanno influito sulle dinamiche degli investimenti nel settore del Private Banking. In particolare, l’inflazione ha continuato a mostrare una tendenza al ribasso, passando da un +8,1% registrato alla fine di marzo a un più contenuto +6,75% alla fine di giugno. Questo calo dell’indice inflazionario è stato uno degli aspetti salienti.

Parallelamente, le banche centrali hanno proseguito nella loro politica di rialzo dei tassi di riferimento. Queste manovre delle autorità monetarie hanno contribuito a creare un ambiente finanziario caratterizzato da un aumento dei costi del denaro.

Inflazione e politiche monetarie in aiuto nel settore del Private Banking

L’interazione di questi due importanti fattori, ovvero la riduzione dell’inflazione e il prosieguo delle politiche monetarie restrittive, ha avuto un impatto rilevante sui flussi di investimento nel settore del Private Banking nel secondo trimestre. La maggior parte dei nuovi capitali investiti è stata indirizzata verso strumenti di investimento diretti, come titoli, azioni e obbligazioni, all’interno del comparto amministrato. Questa tendenza ha ormai preso piede da tre trimestri consecutivi, evidenziando l’attrattiva di tali asset finanziari per gli investitori privati.

Dall’altra parte, si è assistito a flussi in uscita dal comparto assicurativo, con una diminuzione del 1,6%. Al contempo, i prodotti gestiti, tra cui fondi comuni di investimento e servizi di gestione patrimoniale, hanno mantenuto una sostanziale stabilità, registrando solo una minima variazione dello 0,1% rispetto ai periodi precedenti. Questi dati riflettono l’evoluzione complessa e dinamica del panorama degli investimenti nel Private Banking durante il secondo trimestre.

Un settore che piace anche ai giovani

L’aumento di questi numeri potrebbe essere dovuto anche all’interesse che i giovani stanno avendo nel mondo del Private Banking; spesso quelli meno interessati alle questioni finanziarie, il 21% dei patrimoni è tenuto da persone della Gen X e Millenials, secondo la ricerca “La consulenza finanziaria per la Next Gen: nuovi modelli per gli investitori e i professionisti di domani” elaborata nel 2023 sempre da AIPB e da Accenture.

Le generazioni dei Millennials, comprese tra i 26 e i 41 anni, e dei Gen X, con un’età compresa tra i 42 e i 57 anni, sono titolari di una sostanziale ricchezza finanziaria stimata tra 600 e 700 miliardi di euro. Questi individui stanno attivamente lavorando alla creazione e all’accrescimento del proprio patrimonio finanziario e cercano assistenza da parte di professionisti per ottimizzare la sua crescita e mitigare i potenziali rischi associati.