(9Colonne) – New York, 7 set – Le turbolenze economiche Usa quanto possono incidere sulle aziende editoriali? Secondo il nuovo report pubblicato dal Moody’s Investors Service, le compagnie dei media offline rischiano di essere duramente colpite. Gli analisti scrivono che questi gruppi, che dipendono dalla pubblicità su stampa e in televisione, sarebbero i più vulnerabili in caso di recessione. Al contrario, secondo Moody’s, l’advertising su Internet connesso alle ricerche, un mercato dominato da aziende come Google e Yahoo!, può resistere meglio alla crisi, perché è più flessibile ai cambiamenti e le inserzioni costano meno. “Prevediamo un aumento della spesa in creazione di siti web e ricerca Internet a scapito dei più onerosi sforzi di costruzione del brand dei media tradizionali”, scrive Moody’s. Con la crisi del mercato immobiliare Usa che si fa sentire sui mercati finanziari di tutto il mondo, la società di analisi ritiene che il rischio di una recessione abbia raggiunto il massimo livello dal 2003. Nel settore dei media, le aziende che potrebbero veder scendere il loro rating includono editori di giornali come Gannett, New York Times e Belo ed emittenti radio come Clear Channel Communications. Al contrario, le aziende più protette sarebbero Viacom, Comcast, Time Warner Cable e Cox Communications. “Vogliamo mettere in luce i vari gradi di vulnerabilità del rating nel caso che le recenti crisi dei mercati Usa delle case, dei mutui subprime e del credito dovessero cominciare a colpire più significativamente la creazione di posti di lavoro, la fiducia dei consumatori e l’attività economica in generale”, ha dichiarato il senior vice president di Moody’s, Neil Begley, in un comunicato stampa. “Questa situazione potrebbe colpire negativamente le entrate delle aziende dei media per la loro esposizione ad alcuni tipi di spesa che risentono della crisi a livello di aziende e consumatori, in particolare la pubblicità su stampa e in televisione”. Dal report di Moody’s si apprende anche che la società di analisi sta considerando un downgrade del rating di Clear Channel, Thomson e Dow Jones a causa delle recenti attività di fusione e acquisizione: la ridotta liquidità del mercato va a braccetto con la contrazione economica, fanno notare gli analisti.