Petrolio: WTI e Brent scattano del 4% dopo attacco di Hamas a Israele
Prezzi del petrolio in rialzo dopo l’attacco ad Israele da parte di Hamas e lo stato di guerra votato dal governo israeliano guidato dal premier Benjamin Netanyahu.
Alle 6.25 circa ora italiana, i futures su contratto WTI e sul Brent scattano entrambi del 4%, balzando rispettivamente a $86,07 e $87,71 al barile.
Per i prezzi del petrolio, la scorsa settimana si è conclusa con la perdita più sostenuta, su base settimanale, dal mese di marzo, con i contratti Brent e WTI in calo rispettivamente dell’11% e di oltre l’8%.
L’escalation delle tensioni geopolitiche diventa protagonista dei mercati finanziari di tutto il mondo, che guardano ai prossimi sviluppi del conflitto israelo-palestinese, dopo l’attacco di Hamas a Israele, che ha fatto più di 700 vittime tra gli israeliani, scatenando la pronta reazione del governo di Netanyahu. Si contano più di 400 vittime nella striscia di Gaza.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.