Economia

Israele, le compagnie aeree cancellano i voli e perdono in Borsa. Cosa sta succedendo

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Voli cancellati, tratte sospese e perdite di punti percentuali in Borsa. A seguito dell’attacco di Hamas contro Israele, sono tante le compagnie aeree che hanno cancellato i voli e sospeso le rotte, in attesa di poter garantire la sicurezza dei passeggeri. Sul sito dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv la lista dei voli in ritardo è lunghissima, così come le cancellazioni.

La quasi totalità delle compagnie aeree internazionali hanno sospeso le rotte, ad eccezione della compagnia di bandiera israeliana El Al Airlines, che ha aggiunto addirittura più voli del normale così da riportare nel paese i riservisti sparsi in tutto il mondo. Ancora operative anche le compagnie turche Pegasus Hava e Turkish Airlines, sebbene con limitazioni nelle partenze. Secondo FlightRadar24, anche i voli di FlyDubai dagli Emirati Arabi Uniti verso Tel Aviv continuano, come anche quelli di Iberia Express.

Lato turismo, Israele ha da sempre attratto numerosi giovani, grazie alle spiagge, una città aperta come Tel Aviv e siti storici come quello di Gerusalemme, ma con lo scoppio della guerra questo settore è destinato a subire un duro colpo a causa dell’accumularsi delle cancellazioni dei voli. Secondo i dati OCSE, il turismo rappresenta il 3,6% dell’occupazione totale del paese, pari a 141.000 posti di lavoro.

Quali sono le compagnie aeree che hanno sospeso i voli verso Israele

Le principali compagnie aeree internazionali negli ultimi giorni hanno sospeso o ridotto i voli da o per Tel Aviv. Negli Stati Uniti, Delta Air Lines, United Airlines e American Airlines hanno cancellato i voli in partenza per Tel Aviv, seguite da quelle europee come Lufthansa, Air France-KLM, Wizz Air e Vueling e IAG, e le asiatiche come Air India e Cathay Pacific Airways.

Anche i voli di Ita Airways da e per Tel Aviv sono stati cancellati, anche se solo fino a martedì mattina. Air France ha sospeso i suoi servizi verso Tel Aviv fino a nuovo avviso, e i voli da e per la capitale israeliana previsti per oggi e domani sono stati sospesi. Secondo il sito FlightAware lunedì sono stati cancellati almeno 109 voli, che si aggiungono ai 139 di domenica e ai 95 di sabato.

Domenica sera l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha emesso un bollettino su Israele, classificandola come zona di conflitto fino al 31 ottobre. Ma precisando anche che:

i rischi per l’aviazione civile siano al momento gestiti efficacemente dalle autorità dello Stato israeliano, anche se, a causa della situazione instabile, l’agenzia continuerà a monitorare attentamente la situazione, al fine di valutare se vi sia un aumento o una diminuzione del rischio per gli operatori aerei dell’Unione europea a seguito dell’evoluzione della minaccia.

Crollo in Borsa delle compagnie aeree

Il blocco dei voli ha poi avuto un impatto significativo sui titoli delle compagnie aeree, che già stavano affrontando le difficoltà dovute all’aumento del prezzo del carburante causato dalla guerra in corso. Il Brent ha registrato un aumento del 2,75%, mentre il WTI ha segnato un aumento del 3%, portando il prezzo del petrolio a superare i 90 dollari al barile. Questi fattori hanno influito negativamente sulle valutazioni delle compagnie aeree, come dimostra l’indice Bloomberg World Airlines, che ha subito perdite fino all’1,5%.

In Europa, IAG è stata particolarmente colpita, con il titolo a Londra che ha registrato una diminuzione del 3,26%. Anche Lufthansa ha visto il suo titolo scendere del 2,5%, mentre Ryanair ha subito una perdita del 3,1%.

Tutte queste compagnie stanno affrontando sfide significative a causa della combinazione di fattori come lo stop ai voli verso Israele e l’incremento dei prezzi del carburante, che sta avendo un impatto negativo sulle loro performance finanziarie.

Come reagirà ora il settore del turismo israeliano

Il turismo israeliano, dopo la crisi causata dalla pandemia da Covid-19, era in grande ripresa. Nel 2022, il paese ha visto arrivare 2,6 milioni di turisti dopo la revoca delle restrizioni Covid, secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica israeliano, portando 3,4 miliardi di dollari nelle casse del paese. numeri molto alti, ma non abbastanza per battere quelli pre-pandemia del 2019, quando arrivarono 4,7 milioni di turisti. E secondo gli ultimi dati di agosto 2023, quest’anno erano arrivati circa 2,5 milioni di turisti, sempre secondo l’Ufficio di Statistica.

Israel Tourist Arrivals

Una dichiarazione del Ministro del Turismo all’inizio del 2023 era stata estremamente positiva:

Il 2022 è stato un anno di ripresa dalla crisi del coronavirus. Il trend è positivo e battere il record di turismo in entrata del 2019 è un obiettivo realistico all’orizzonte. Il turismo interno si è dimostrato una forza economica altrettanto essenziale quanto il turismo in entrata. Il nostro obiettivo è ridurre gli ostacoli, avviare progetti che aumentino l’offerta ricettiva e sviluppino le infrastrutture, per realizzare appieno il potenziale turistico del Paese.

Ma con lo scoppio della guerra nei giorni scorsi, questo obiettivo sembra rimandato al prossimo anno, o anche più.