Economia

Indagine Bankitalia: peggiorano le aspettative delle imprese

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Risultano essere significativamente peggiorate le attese sulle proprie condizioni operative. Questo è la valutazione effettuata dalle imprese sulla situazione economica italiana e sul proprio futuro. Il pessimismo delle nostre aziende emerge da un’indagine effettuata da Bankitalia nel periodo compreso tra il 23 agosto ed il 13 settembre 2023 dal titolo: Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita. Ad essere state interpellate sono le imprese che operano nell’industria e dei servizi, con almeno 50 addetti impiegati.

Rispetto a quelle rilevate nel trimestre precedente, le condizioni risultano essere peggiorate, anche se le difficoltà legate al costo dei beni energetici si siano attenuate. Per quanto riguarda la dinamica della domanda complessiva, questa risulta essere deteriorata: per la prima volta dalla fine del 2020 si sente il calo della componente estera.

Inflazione e crescita: le aspettative delle imprese

Inflazione e crescita sono al centro dell’ultima indagine effettuata da Bankitalia effettuata tra le aziende dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti. Soffermandosi sulle valutazioni della situazione economica dell’Italia e sulle attese delle proprie condizioni operative, le valutazioni degli addetti sono significativamente peggiorate rispetto a quelle registrate nel corso del trimestre precedente. Ad emettere un giudizio sostanzialmente negativo è il 37% delle aziende intervistate contro il 23% della scorsa rilevazione, mentre è scesa dal 13 al 4% quella delle aziende con una valutazione favorevole. Viene registrato, quindi, un certo pessimismo nonostante le difficoltà relative al costo dei beni energetici si siano nuovamente attenuate.

Giudizio non positivo anche sul fronte della domanda complessiva, che si è andata a deteriorare: ha risentito, in maniera particolare, del calo della componente estera, avvenuto per la prima volta dallo scorso 2020. Pessimismo anche sulle prospettive per le vendite, che si sono indebolite, anche se nel complesso sono rimaste favorevoli.

Peggiorano anche i giudizi sulle condizioni per investire. Comunque vada prosegue la tendenza avviata ad inizio 2022: le imprese prevedono una crescita degli investimenti nel complesso, anche se è più contenuta rispetto a tre mesi fa. Meno favorevoli, invece, le prospettive sull’occupazione.

La dinamica dei prezzi

Alcune note negative anche per quanto riguarda la politica dei prezzi. Le aziende, nel corso dell’ultimo anno, hanno dovuto rallentare e decelerare anche sotto questo aspetto.

Per quanto riguarda le attese sull’inflazione al consumo, queste risultano essersi ulteriormente ridotte su tutti gli orizzonti temporali e si sono attestate al 4,7% nel corso degli ultimi dodici mesi a fronte dell’8,1% del quarto trimestre 2022 (il massimo della serie) e contro il 4,2 e ed il 3,8% sugli orizzonti rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni.

Inflazione e vendite

Quanto impatta l’inflazione sulla vendita delle aziende. Il saldo tra le quote di imprese che hanno riportato un aumento delle vendite nel terzo trimestre del 2023 e di quelle che hanno registrato una diminuzione è sceso in tutti i settori. A risentirne particolarmente è il settore dell’industria in senso stretto, che si è attestato su un -17% da un valore pressoché nullo. Il saldo, invece, si è azzerato nel settore servizi, mentre in precedenza era ferma a dieci punti percentuali.

Da segnalare che la dinamica della domanda complessiva ha risentito del calo della componente estera, dove le valutazioni di peggioramento prevalgono su quelle di miglioramento per la prima volta dalla fine del 2020 (per 7 punti percentuali). Le attese sulla domanda sia totale sia estera per il quarto trimestre sono ancora favorevoli, ma assai meno di quanto ci si aspettasse nella scorsa rilevazione per il trimestre successivo.

L’accesso al credito delle imprese

Per quattro aziende su cinque continuano a rimanere stabili le condizioni per accedere al credito nel corso del terzo trimestre. Il 20%, invece, le ritiene peggiorate rispetto al trimestre precedente.

A dare le valutazioni più negative sono le imprese delle costruzioni, che stanno operando soprattutto nell’edilizia residenziale.