Economia

LinkedIn, il social per cercare lavoro licenzia quasi 700 dipendenti

Da diversi mesi LinkedIn, società di proprietà Microsoft, non naviga in acque serene. Nella giornata di ieri la compagnia ha fatto sapere che licenzierà 668 dipendenti. I team più colpiti da questo provvedimento sono quelli appartenenti agli ambiti di ingegneria, talent e finanza. Questo taglio rilevante rappresenta la seconda serie di licenziamenti nel corso dello stesso anno. L’azienda, infatti, aveva già licenziato 716 dipendenti a causa di una diminuzione della domanda, chiudendo l’applicazione nel mercato cinese.

Questi tagli rappresentano il 3% del personale totale di LinkedIn, che conta circa 20.000 dipendenti, e si aggiungono ai numerosi posti di lavoro persi nel settore tecnologico durante l’anno a causa dell’incertezza economica. I licenziamenti arrivano dopo il rallentamento dei ricavi anno su anno per otto trimestri consecutivi. Non solo, a luglio di quest’anno, Microsoft che questo luglio aveva dichiarato che nel secondo trimestre la crescita è stata di appena il 5%, anche se la quota degli iscritti è cresciuta ogni trimestre negli ultimi due anni.

LinkedIn taglia il personale, i motivi

Con la nota diffusa dalla piattaforma, Mohak Shroff e Tomer Cohen giustificano la scelta come un tentativo di ridurre la stratificazione per centrare gli obiettivi aziendali:

Mentre continuiamo ad attuare il nostro piano per il FY24 [Fiscal Year 2024, ndr], dobbiamo anche evolvere il modo in cui lavoriamo e le nostre priorità in modo da poter realizzare le iniziative chiave che abbiamo identificato che avranno un impatto enorme nel raggiungimento dei nostri obiettivi aziendali. Ciò significa adattare le nostre strutture organizzative per migliorare l’agilità e la responsabilità, stabilire una proprietà inequivocabile e promuovere una maggiore efficienza e trasparenza attraverso una riduzione della stratificazione.

I motivi dietro ai nuovi licenziamenti sono riconducibili agli impegni che l’azienda sta prendendo in merito all’intelligenza artificiale, su cui sta puntando molto e seguendo l’andamento di altri grandi gruppi tecnologici. Questa strategia non solo le consente di rimanere competitiva, ma offre anche opportunità significative per ottimizzare l’uso delle risorse umane e migliorare l’efficienza aziendale.

Già lo scorso maggio, l’azienda aveva annunciato un piano di riduzione del personale, che aveva coinvolto 716 dipendenti, principalmente legato alla crisi del mercato cinese.  In quell’occasione il Ceo dell’azienda Ryan Roslansky aveva affermato che il taglio di ruoli, focalizzati nei team di vendita, operativi e di supporto, era finalizzato a ottimizzare le operazioni dell’azienda.

La ristrutturazione del social network non deve sorprendere, dato che la controllante Microsoft ha annunciato per quest’anno oltre diecimila esuberi per risparmiare 1,2 miliardi di dollari.

La storia del social e la sua crescita negli anni

Lanciato nel 2003 e successivamente acquisito da Microsoft nel 2016 per 26,2 miliardi di dollari, a giugno di quest’anno l’azienda ha chiuso il suo bilancio annuale con un fatturato di oltre 15 miliardi di dollari, registrando un aumento del 5%. Nel frattempo, il numero di iscritti alla piattaforma è cresciuto fino a raggiungere i 950 milioni, stando ai dati pubblicati sul sito dell’azienda. Non è il social media con più iscritti, visto che piattaforme come Facebook, Youtube e Instagram superano anche i due miliardi, ma è sicuramente quello più usato per cercare lavoro e far conoscere la propria azienda e business.

Sempre stando ai dati dell’azienda, il sito viene utilizzato ogni settimana da 61 milioni di persone che cercano lavoro. Esistono comunque alternative a LinkedIn. I gruppi Facebook, ma anche il famoso Reddit, che conta più di 57 milioni di utenti attivi ogni giorno. Altro sito molto conosciuto in Italia è Indeed, con oltre 250 milioni di utenti e che consente di cercare, monitorare e candidarti per posti di lavoro.

Il comportamento degli utenti di LinkedIn sta diventando un problema?

Oltre al caso licenziamenti, c’è anche un recente studio che proietta una luce preoccupante su LinkedIn; col tempo, la piattaforma è purtroppo diventata un terreno fertile per avances sessuali e messaggi inappropriati. Questa indesiderata attenzione colpisce circa il 91% delle donne su LinkedIn, che hanno riportato di aver ricevuto almeno una volta messaggi molesti. Lo attesta il sondaggio condotto da Passport-photo.online su un campione di 1.049 utenti donne di LinkedIn, fornendo un quadro inquietante della situazione.

Secondo il rapporto, il 43% delle donne professioniste che utilizzano LinkedIn ha vissuto il disagio di dover affrontare e rispondere a messaggi inappropriati. Queste avances hanno un effetto spesso polarizzante: il 14,75% si sente infastidito, il 13,42% rimane indifferente e il 13,22% risulta confuso. Tuttavia, l’aspetto più allarmante è che ben il 74% delle donne ha ridotto la propria attività sulla piattaforma a causa di tale comportamento, il che ha creato un ambiente ostile all’interno di un contesto professionale.