Sarebbe dovuto essere il nuovo mondo, il futuro della tecnologia che avrebbe rivoluzionato le nostre vite per sempre. In realtà, l’unico a puntarci davvero era ed è ancora Mark Zuckerberg, il Ceo di Meta, che nonostante la poca adesione nel mondo, sta continuando a investirci nella speranza di risollevarlo. Stiamo parlando del Metaverso, un universo virtuale immersivo reso possibile dall’uso di visori.
Doveva appunto essere il futuro, ma negli ultimi mesi la maggior parte delle persone che hanno creduto nel progetto hanno visto le proprie speranze infrangersi. Anche la Commissione Europea, che aveva aperto il suo Metaverso personale, costato 345mila euro, ha dovuto chiuderlo recentemente date le poche adesioni.
Secondo l’Indipendent, dal 2019 all’estate di quest’anno Meta ha registrato una perdita di 40 miliardi di dollari nella divisione Reality Labs, che si concentra sullo sviluppo delle ultime tecnologie e, di conseguenza, sul Metaverso.
I dati di Reality Labs, la divisione Meta legata al Metaverso
Il timore che la divisione Reality Labs stesse subendo consistenti perdite è stato confermato a luglio di quest’anno, quando l’azienda ha annunciato una perdita operativa di 3,7 miliardi di dollari nel secondo trimestre, nonostante un fatturato di soli 276 milioni di dollari, in calo rispetto ai 339 milioni di dollari registrati nel primo trimestre. Gli analisti avevano previsto che Reality Labs avrebbe registrato un fatturato di 421 milioni di dollari e perdite operative di 3,5 miliardi di dollari, mettendo in evidenza l’ampio scostamento tra le previsioni e i risultati effettivi dell’azienda.
Come evidenziato nel grafico di CNBC, nel 2022 Reality Labs ha registrato una perdita complessiva di 13,8 miliardi di dollari, nonostante un fatturato di 2,16 miliardi di dollari, in parte attribuibile alle vendite di apparecchi VR.
Per Meta, però, tutte queste perdite erano parte integrante del piano aziendale. Nel già citato rapporto di luglio, l’azienda aveva fatto chiare previsioni riguardo a un notevole incremento delle perdite operative di Reality Labs nel corso dell’anno. Questo aumento delle perdite è direttamente collegato agli incessanti sforzi compiuti da Meta nello sviluppo di prodotti legati alla realtà aumentata e virtuale. Inoltre, le perdite erano anche il risultato degli ingenti investimenti necessari per espandere ulteriormente l’ecosistema di realtà aumentata e virtuale.
E le aziende si allontanano: Disney licenzia il personale della divisione del Metaverso
Questa incertezza sta portando sempre più aziende ad allontanarsi progressivamente da questo mondo. Come Disney, che aveva grandi piani in questo settore ma che li ha dovuti accantonare per il troppo poco interesse in questa nuova tecnologia. Secondo il Wall Street Journal, a marzo tutti i dipendenti del team dedicato sono stati licenziati, appena quattro mesi dopo la creazione della divisione.
Anche la più grande società Internet asiatica, Tencent, ha sciolto la sua unità composta da 300 persone a febbraio. La società di social media Snapchat ha eliminato il suo team l’anno scorso.
L’allontanamento della Disney dal nascente Metaverso, arriva mentre diverse grandi aziende hanno messo in secondo piano i piani per la tecnologia di fronte a un crescente interesse del mondo delle criptovalute e l’esplosione dell’intelligenza artificiale.
Il rischio che mafie e cartelli possano entrare nel Metaverso
E il Metaverso potrebbe essere il nuovo territorio in cui si potrebbero espandere le organizzazioni mafiose e i cartelli della droga. A rivelarlo è la Direzione investigativa antimafia (Dia), che nel suo ultimo report pone l’attenzione sulle piattaforme di comunicazione criptate e, in generale, sui livelli più profondi di internet.
Il documento, che fa riferimento al secondo semestre 2022, presenta un focus proprio sul nuovo scenario “rispetto al quale Europol ha già evidenziato le potenziali criticità“. Si sottolinea, infatti, la capacità delle organizzazioni criminali “di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale”. Anche l’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) ha lanciato l’allarme.
Governi, organismi internazionali, investigatori e inquirenti stanno battendo strade nuove, con molti Paesi europei che hanno investito molto nella ricerca di crimini online, come ad esempio le polizie postali di Estonia, Danimarca, Svezia e Norvegia. Quest’ultima ha iniziato a stabilire la sua presenza online nel 2015 e ora dispone di cosiddette “Nettpatrulje“, pattuglie internet in ogni distretto. Sono presenti su diversi social media, piattaforme di gioco e streaming, con 509 000 follower per @politivest su TikTok.