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Immobiliare, chi traina il settore? Il profilo dell’investitore

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L’immobiliare non è solo fonte di debito, ma anche di ricchezza. Oltre al mutuo, l’acquisto di una casa può diventare un ottimo profitto nel lungo periodo, e non solo come prima casa. Ma non tutti hanno le disponibilità economiche per imbarcarsi in un affare simile. Infatti il recente studio condotto dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa ha rilevato un cambiamento per quanto riguarda il profilo socio demografico dell’investitore immobiliare.

E non solo per quanto riguarda l’età, su cui si registra un’inversione di tendenza, ma anche per quel che concerne la propria posizione familiare e non, oltre al tipo di lavoro. Tutto ciò potrebbe spiegare altresì i dati relativi al trend delle compravendite, aumentata di quasi il 20% negli ultimi 5 anni.

Chi investe nel settore immobiliare? Lo studio di Tecnocasa

Dall’ultimo report condotto dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, il profilo dell’investitore immobiliare è cambiato sensibilmente negli ultimi anni. Nonostante i ribassi degli anni precedenti, nel primo semestre 2023, l’età media è attorno ai 43,8 anni. La stessa Milano registra un’età poco inferiore a quella nazionale, ma sempre più alta rispetto agli anni precedenti: 41,4 anni. Ma oltre all’età, chi è che fa investimenti immobiliari? Le famiglie, almeno per il 67% dei casi. Solo a Milano però la quota maggioritaria è in mano ai single, attestati al 50,8%, contro il 33% della media nazionale. 

Rispetto però a 5 anni prima, la situazione era leggermente diversa. Prendendo i dati dell’analisi delle compravendite realizzate nel 2018 dalle agenzie affiliate al Tecnocasa e Tecnorete, a livello nazioanle “nel 56,0% dei casi a comprare l’abitazione sono persone con un’età compresa tra 18 e 44 anni”.Di contro, si registra un 22,4% di acquirenti tra 45 e 54 anni e percentuali in diminuzione al crescere delle fasce di età. Stabile però rimane la componente familiare: “[…] sono state soprattutto coppie e coppie con figli che compongono il 72,3% del campione, mentre è più bassa la quota di acquirenti single che si attesta sul 27,7% […] nel 2017 si attestava al 28,5%“.

Il tipo di casa preferita negli investimenti immobiliari

Oltre al profilo socio-demografico, è interessante il dato relativo alla tipologia di casa che viene acquistata come forma di investimento immobiliare. Nel caso delle dimensioni, in Italia il trilocale è preferito da parte del 34,3% della popolazione, mentre case indipendenti e semi interessano una minore fetta degli acquirenti (20,6%), sebbene le indipendenti fossero state tra le preferite con l’arrivo del Covid.

Motivo di questa preferenza verso dimore di dimensioni più contenute è forse da ravvedersi negli effetti socio-economici post-pandemia Covid. Ma oltre alla pandemia, la tipologia di casa ricercata è stata infleunzata anche dall’aumento dei prezzi delle case e alla minore disponibilità di spesa causata dall’aumento dei tassi di interesse.

Da qui anche l’interesse a non abitare più in città, ma direttamente nell’hinterland. Prima del Covid, la quota di acquirenti interessati all’hinterland era del 18%, “[…] mentre ora siamo arrivati al 23%“. E così anche per Milano: la quota di spostamenti verso l’hinterland supera il 30%, “[…] mentre nel 2019 era solo al 21%.”. Sempre a Milano si registra una tendenza relativa alla tipologia di casa completamente opposta a quella nazionale. Se il 34,3% in Italia punta al trilocale, il 50,5% a Milano opta per il bilocale, forse per economicità.

Andando sul piano energetico, l’interesse per case con classi energetiche alte (A e B) è cominciato a venire meno. Se nel 2021 era arrivato all’8%, a livello nazioanle la percentuale si stabilizza al 6,4%. E così a Milano, dal 5% del 2021 è arrivata al 3,7%. Il motivo è dovuto alla diminuzione dell’offerta di abitazioni nuove, malgrado non sia lontana la scadenza della direttiva Case Green dell’UE.

Ma solo investimento o acquisto casa?

Quando si parla di “investimento immobiliare” si può intendere l’acquisto sia della futura casa abitativa, sia di uno o più locali da mettere poi a profitto. Su 22.000 compravendite analizzate, lo stesso Piero Terranova, Analista Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, ha notato come ci sia “[…] un generale aumento degli acquisti per investimento, in Italia la percentuale sale al 19,6%“. Addirittura del 39,1% a Milano, se si pensa che negli anni precedenti era tra il 23 e il 27%. Di contro, la quota di acquirenti per casa abitativa passa dal 76,6% del 2019 al 73,3% del primo semestre 2023. Sostanzialmente invariati invece la quota “casa vacanze”, scesa a 7,1% dal precedente 7,3% del 2022 (nel 2019 era addirittura al 5,5%).

In effetti la quota di investimento non ha fatto altro che crescere. Anche nel 2018, dalle agenzie affiliate al Tecnocasa e Tecnorete viene riportato come il 18,2% vede la casa acquistata come un vero e proprio investimento, mentre solo il 5,6% nella futura casa vacanza. Si può pensare che la liquidità e la forza finanziaria necessarie per acquistare dei locali su cui effettuare plusvalenze da compravendita o soluzioni di rendita (es. build-to-rent) sono sempre più nelle mani della Generazione X, e meno in quelle della Generazione Z. Altro motivo può essere anche nell’aumento dei costi. Sempre Milano, secondo l’ultimo studio Tecnocasa sul mercato immobiliare, i prezzi degli immobili a Milano sono aumentati del 43,2%, contro una media delle altre metropoli dell’8,8%. Guarda caso le zone periferiche, che hanno registrato un rialzo pari al 50,3%.