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Gundlach, il re dei bond: “Con la recessione i Treasury torneranno di moda”

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Il ceo di DoubleLine Capital, Jeffrey Gundlach, ritiene che i rendimenti dei Treasuries scenderanno e i bond torneranno a correre con il rallentamento dell’economia USA nei prossimi trimestri e con l’arrivo della recessione nella prima meta del 2024. Secondo “ il Re dei bond” Jeffrey Gundlach, l’approccio “T-Bill and Chill” ovvero “compra Treasuries e stai tranquillo”, è la migliore strategia che gli investitori possono adottare in un contesto di tassi di interesse elevati per un periodo di tempo prolungato. Inoltre, Gundlach ha dichiarato che il mantra della Fed “higher-for-longer” causerà una grave crisi economica negli Stati Uniti nel 2024.

“Penso che i tassi scenderanno mentre entriamo in recessione nella prima parte del prossimo anno”, ha dichiarato Gundlach in un intervista alla CNBC.

Economia USA, i segnali di debolezza

Mercoledì, il Fomc, il braccio operativo della Fed, ha votato all’unanimità di lasciare i tassi di interesse invariati in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%. Si è trattato del secondo meeting consecutivo in cui la banca centrale ha scelto di mantenere i tassi invariati dopo una serie di 11 rialzi dei tassi, di cui quattro nel 2023.

Gundlach, soprannominato il “Re dei bond”, ha evidenziato alcuni segnali di rallentamento economico negli Stati Uniti. “In primo luogo, il tasso di disoccupazione, pur essendo ancora basso, ha registrato una tendenza al rialzo. In secondo luogo, lo spread tra i rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 2 e 10 anni è rimasto invertito per più di un anno e solo recentemente ha iniziato a chiudersi, il che è un segnale di recessione,” ha affermato Gundlach. Inoltre, il ceo di DoubleLine Capital ha sottolineato che abbiamo assistito anche ad una prima ondata di licenziamenti sia nelle società tech che nel settore finanziario degli Stati Uniti.

“Credo davvero che i licenziamenti stiano arrivando”, ha detto Gundlach. “Abbiamo visto blocchi delle assunzioni, e ora stiamo iniziando a vedere annunci di licenziamenti… sono là fuori [per] società finanziarie e aziende tecnologiche, e credo che questo trend si diffonderà”.

Gundlach ha anche lanciato l’allarme sul crescente deficit federale, salito a quasi 1,7 trilioni di dollari su base annuale nel trimestre terminato a settembre. Il deficit di bilancio si aggiunge allo sconcertante debito pubblico degli Stati Uniti, che ammonta a quasi 34mila miliardi di dollari. “Il mantra della Fed, “higher-for-longer” significa che abbiamo un enorme problema di spesa per interessi in questo paese che, credo, causerà la prossima crisi finanziaria”, ha avvertito Gundlach nel corso dell’intervista.

“Una cosa che il mercato dovrà affrontare è che non possiamo più sostenere questi tassi di interesse e questo livello di deficit”, ha detto Gundlach. “Non possiamo permetterci questa amministrazione americana con l’attuale livello dei tassi di interesse. È completamente insostenibile”. Ha dichiarato Gundlach durante la trasmissione della CNBC, Closing Bell.

Gundlach sulle prossime mosse della Fed

Per quanto riguarda le prossima mosse della Fed, Gundlach ha affermato che la banca centrale non sarà così aggressiva come suggerisce invece il dot plot. Ricordiamo che secondo il dot plot ovvero le previsioni dei membri del board della Fed, la banca centrale dovrebbe effettuare un altro rialzo dei tassi entro la fine del 2023.

Durante il recente meeting della Fed, il presidente Jerome Powell ha segnalato che i tassi, per ora, sono sufficientemente alti per combattere l’inflazione ma nello stesso tempo ha escluso l’ipotesi di taglio dei tassi nel breve futuro o almeno finche l’inflazione non torni all’obiettivo del 2%.

Intanto l’economia statunitense ha registrato un rallentamento nella creazione di posti di lavoro nel mese di ottobre, confermando le persistenti aspettative di un rallentamento e forse togliendo alla Federal Reserve un po’ di pressione nella sua lotta contro l’inflazione.

I non-farm payrolls ovvero le nuove buste paga non agricole nel mese di ottobre sono aumentate di 150.000, secondo il Dipartimento del Lavoro, sotto le stime di un aumento di 170.000 unità. Il tasso di disoccupazione ad ottobre è salito dal 3,8% al 3,9%.