Economia

EURISPES: GIU’ L’IRPEF, SUBITO

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(9Colonne) – Roma, 21 set – Il presidente Prodi – si legge in una nota dell’Eurispes – ha lasciato delusi la stragrande maggioranza degli italiani annunciando che il suo governo non prevede un contenimento dell’Irpef in tempi brevi. La sua posizione – è sempre l’analisi dell’istituto di studi economici e sociali – lascia perplessi però anche gli economisti, per i quali non solo la riduzione delle imposte, in questa congiuntura è un obiettivo primario, ma ritengono anche che per essere efficace debba avere come obiettivo il rilancio dei consumi e quindi indirizzarsi verso l’Irpef. Infatti – prosegue l’Eurispes – è a tutti noto che il perdurare delle difficoltà di crescita del sistema economico italiano (ed in parte dell’intera Europa) è dovuto ad un rallentamento dei consumi, particolarmente evidente nell’ultimo anno. Di altre riduzioni di imposte si continua a parlare ed in particolare dell’Ires e dell’Ici, “ma è evidente che nessuna di queste incide in maniera tale sulle famiglie da far pensare che la loro riduzione o anche la loro abolizione possano essere una leva per il rilancio dei consumi. Una riduzione dell’Ires – spiega ancora l’Eurispes – avrebbe poco effetto sia sui prezzi dei prodotti che sui salari, andando tendenzialmente ad incrementare il profitto d’impresa, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa inciderebbe per pochi euro al mese anche per la proprietà di un appartamento signorile. L’appeal politico dell’abolizione di quelle imposte risiede nella loro natura che le fa considerare, da chi le paga, come profondamente ingiuste, ma resta discutibile – è l’analisi dell’istituto di studi economici e sociali – che la loro soppressione possa avere la capacità di innescare un processo di crescita”. Come alleggerire l’Irpef? Vi sono ovviamente tanti modi – sostiene l’Eurispes – dalla riformulazione degli scaglioni all’abbassamento delle aliquote, all’innalzamento della no tax area. Una misura semplice che richiede un solo articolo di un solo comma e potrebbe diventare esecutiva già dalla finanziaria è quella di accordare il beneficio della no tax area, non solo a chi non arriva ai limiti oggi fissati, ma a tutti i contribuenti, introducendo il principio che sui primi 8.000 euro, per i lavoratori dipendenti, 7.500 per i pensionati e 4500 per gli autonomi, nessuno deve pagare imposta e le aliquote si calcolano, così come fissate dalla legge, a partire da quel limite minimo. L’applicazione di una norma cosiffatta comporterebbe un incremento di reddito di 1.850 euro annui per ogni lavoratore dipendente, di 1.610 per ogni pensionato e di 1.035 per ogni lavoratore autonomo. Una misura di questo genere non contrasta, inoltre, con il principio cardine del nostro sistema fiscale della progressività delle imposte, infatti l’incremento di reddito che i contribuenti ritrarranno da una simile misura sarà inversamente proporzionale al loro reddito. “Una manovra siffatta – dichiara il Prof. Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes – doterebbe le famiglie italiane di una nuova capacità di spesa di circa 40 miliardi di euro, disponibili già a partire dal gennaio 2008”.