(9Colonne) – Roma, 26 set – No a una tassa di scopo per finanziare il cinema italiano. Si a un meccanismo di tax shelter, che incentivi la produzione attraverso un sistema di defiscalizzazioni. E’ la tesi sostenuta dal nuovo Briefing Paper dell’Istituto Bruno Leoni, il quarantacinquesimo pubblicato dall’Istituto: “Finanziamenti al cinema: tax shelter, o tassa di scopo? Un’analisi comparata”, a cura di Filippo Cavazzoni – liberamente scaricabile dal sito www.brunoleoni.it. Il meccanismo del tax shelter è giudicato migliore della tassa di scopo perché, spiega Cavazzoni, “contempla l’idea di un cinema che deve sostenersi da solo, escludendo – soprattutto per ciò che riguarda la produzione di un’ opera cinematografica – che il settore possa continuare a vivere in forme assistenziali, con i conseguenti favoritismi per l’uno o l’altro regista gradito al potere del periodo e con un assoluto, o quasi, disinteresse per i risultati di pubblico e per la stessa proiezione del film nelle sale”. Dice Alberto Mingardi, direttore generale dell’IBL: “la tassa di scopo per il cinema, della quale si discute in questi giorni in Parlamento, finirebbe per colpire porzioni della nostra economia che, pur facendo circolare contenuti, non hanno nulla a che vedere con il mondo del cinema assistito, come gli operatori di telefonia mobile. Così facendo, una volta di più i costi del sostegno a una produzione cinematografica che riveste interesse per un numero ridottissimo di italiani, sarebbero in ultima istanza scaricati sulle spalle di consumatori di altri servizi”. Nel lungo periodo, conclude Mingardi, “questa è una brutta notizia anche per i beneficiari, il cinema italiano può vivere solo se scelto dai consumatori nelle sale”.
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