Bocce ferme nella riunione di giovedì 25 gennaio della BCE. Stando alle stime degli analisti, l‘istituto di Francoforte dovrebbe restare alla finestra, confermando i tassi al 4,5%. Ma il 2024 è considerato l’anno dell’avvio del taglio dei tassi e il mercato si aspetta dunque di riuscire a leggere nell’intervento della presidente Christine Lagarde qualche indicazione un po’ più precisa sulla direzione dei tassi e sui tempi del processo di ridimensionamento.
Le attese degli analisti
In attesa di ricevere indicazioni più precise, Generali Investments prevede che il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (BCE) si vedrà soltanto nel mese di giugno.
“A seguito dei dati sull’inflazione nel complesso favorevoli, i mercati hanno iniziato a ipotizzare i tagli dei tassi di riferimento della BCE a partire dal secondo trimestre. I recenti commenti dei membri del Consiglio direttivo sono stati più eterogenei e la Presidente Lagarde ha nuovamente sottolineato l’importanza degli accordi salariali collettivi di quest’anno” ha commentato Martin Wolburg, senior economist di Generali Investment, aggiungendo che la riunione di giovedì dovrebbe confermare un atteggiamento attendista, alla luce della dipendenza dai dati. “Continuiamo a prevedere un primo taglio dei tassi solo a giugno e riteniamo che quanto emergerà durante la conferenza stampa sarà coerente con questa stima”.
Scommettono invece su un taglio dei tassi anticipato gli analisti di Goldman Sachs, che collocano la prima sforbiciata dei tassi di interesse di 25 punti base ad aprile. Gli esperti della banca Usa si dicono allo stesso tempo fiduciosi nel suo scenario di base di tagli consecutivi di 25 punti base fino a quando il tasso di deposito non raggiungerà il 2,25% all’inizio del 2025.
Anche gli esperti di Pimco, si aspettano una BCE fermamente in attesa nella riunione di giovedì. Secondo Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, “la Banca Centrale Europea (BCE) manterrà invariati i tassi di riferimento nella riunione di gennaio e ribadirà il suo approccio dipendente dai dati. La riunione di marzo, con le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff della BCE, fornirà probabilmente ulteriori indicazioni”. Veit ha poi aggiunto: “Le previsioni del mercato suggeriscono attualmente circa 140 punti base di tagli dei tassi per quest’anno, a partire da aprile, e un tasso terminale vicino al 2% nel 2025. A causa dell’incertezza sulle prospettive inflazionistiche, dubitiamo che la BCE attuerà tagli dei tassi così presto. È probabile che la BCE continui a monitorare attentamente l’inflazione senza dichiarare prematuramente il proprio successo”.
A questo proposito, François Rimeu, La Française AM Strategist, ha aggiunto: “Senza nuove proiezioni macroeconomiche, non ci aspettiamo una chiara indicazione sulla tempistica o sull’entità dei tagli dei tassi quest’anno, a causa dell’approccio condizionato dai dati e dall’incertezza della BCE (soprattutto per quanto riguarda l’andamento dei salari). Tuttavia, riteniamo che la comunicazione della BCE sarà equilibrata, evocando rischi di eccessivo irrigidimento e rischi di allentamento prematuro.
Che cosa ha detto Lagarde a Davos
Per capire come si muoverà la BCE nel 2024, qualche indicazione è arrivata dalla stessa Presidente Lagarde, durante il recente World Economic Forum di Davos.
Lagarde, in quell’occasione, ha sottolineato che la BCE non vuole tagliare i tassi di interesse troppo presto a causa delle pressioni sui prezzi, ma allo stesso tempo non vuole mantenere i tassi troppo alti per troppo tempo a causa dei rischi di un eccessivo inasprimento sulla crescita e sul mercato del lavoro.
Lagarde ha ribadito, inoltre, che la Banca Centrale taglierà i tassi d’interesse quest’anno quando i membri della BCE saranno totalmente convinti che le prospettive d’inflazione si avvicinino all‘obiettivo del 2% su base duratura (nel 2025, secondo le proiezioni economiche della BCE del dicembre 2023).
Occhio ai dati macro
Il percorso futuro dei tassi della zona euro sarà, di consueto, condizionato dai dati macro. Al momento, i mercati sono concentrati sull’idea che l‘inflazione spot nell’area Euro stia per scendere al 2% e che la Bce inizierà a tagliare rapidamente i tassi in risposta. Tuttavia, l’istituto di Francoforte ha chiaramente affermato che i dati sul mercato del lavoro e sulla crescita dei salari saranno un fattore decisivo per la sua decisione di politica monetaria. E i dati sulle contrattazioni salariali per il primo trimestre saranno disponibili solo alla riunione della Bce di giugno.
Come fa notare Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price
“Dato che i mercati si concentrano sui dati a breve termine nella determinazione dei prezzi di politica monetaria, i dati PMI di mercoledì e i dati sull’inflazione di gennaio della prossima settimana saranno fondamentali nel tentativo della Bce di influenzare i prezzi di mercato. Ritengo che i dati PMI probabilmente sorprenderanno i mercati finanziari al rialzo sia a gennaio sia in futuro, dato che l’economia reale è attualmente vicina alla parte inferiore del ciclo. Per quanto riguarda l’inflazione, visto che una serie di sussidi fiscali scadono a gennaio, anche i dati sull’inflazione dell’area euro di gennaio potrebbero sorprendere gli economisti al rialzo. Nel complesso, i cambiamenti nei dati potrebbero presto sostenere la narrativa della Bce e, quindi, i mercati potrebbero rivalutare le loro aspettative di allentamento della politica monetaria”.
A questo punto, non resta che aspettare.