La data da cerchiare in calendario è il 29 febbraio. È allora che alcuni contribuenti italiani saranno chiamati a pagare “la terza rata” Imu, ovvero il conguaglio dell’imposta municipale unica. Non tutti, però. Ma solo di quelli residenti in uno di quei Comuni rimasti indietro nella comunicazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) delle quote Imu da applicare (sono poco più di 200).
Che cosa è successo
Facciamo un passo indietro. Di solito, l’Imu, ovvero l’imposta che grava sul possesso di abitazioni, aree fabbricabili e terreni agricoli, si paga in due rate: la prima scadenza è fissata al 16 giugno e riguarda il pagamento dell’acconto, mentre entro il 16 dicembre si versa il saldo calcolato sulla base delle nuove aliquote deliberate dal proprio Comune. Nel 2023, essendo il giorno di scadenza un sabato, il pagamento è stata posticipato al 18.
L’ultima rata viene calcolata applicando le nuove aliquote fissate dal Comune, che devono essere tassativamente inviate al Mef per la pubblicazione sul sito entro e non oltre il 14 ottobre.
Lo scorso anno, 213 comuni, nella maggior parte dei casi municipi sotto i 20 mila abitanti e solo 5 comuni oltre i 20 mila, non sono riuscite a inviare al Ministero dell’Economia e delle Finanze le delibere sulle aliquote Imu da applicare ai propri contribuenti entro i termini previsti dalla Legge.
Cosa succede in questi casi? Di solito si procede, applicando le aliquote dell’anno precedente. Ma nel 2023 si è deciso di concedere ai Comuni una deroga per evitare significativi ammanchi nelle casse municipali. Ecco, dunque, che per effetto della proroga, contribuenti italiani residenti in questi comuni dovranno versare entro la fine del prossimo mese la terza rata Imu, che in concreto rappresenta il conguaglio dell’imposta municipale unica.
Aumenti o rimborsi?
In altri termini, i cittadini in questione potrebbero far fronte a un aumento retroattivo dell’imposta da versare: in questo caso la differenza da integrare, andrà corrisposta senza interessi o sanzioni entro il 29 febbraio 2024. Diverso il caso del saldo negativo. Se il Comune ha ridotto l’aliquota Imu, il rimborso sarà effettuato secondo le regole ordinarie.