Economia

Fed: tassi fermi oggi, tutto rimandato a marzo

Tassi fermi al 5,20-5,50% e nessuna indicazione precisa per il futuro della politica monetaria Usa. Sono le attese degli analisti sui risultati della riunione Comitato di politica monetaria, il Fomc, della Federal reserve, in calendario oggi. Tutto spostato a marzo: è allora, secondo i mercati, che dovrebbe iniziare la riduzione del costo del credito “ufficiale”. Questo perché – come spiega Saira Malik, CFA, Chief Investment Officer di Nuveen – “essendosi impegnata a restare dipendente dai dati, la Fed continuerà a procedere con cautela, in attesa di ulteriori prove che l’inflazione sia scesa abbastanza da giustificare una riduzione dei tassi”.

Le attese degli analisti

Il consenso si aspetta che inoltre che il FOMC elimini l’orientamento restrittivo dalla dichiarazione, precisamente la frase “ogni ulteriore rafforzamento della politica” e la sostituisca con una frase più neutrale, qualcosa che – secondo Blerina Uruci, Chief US Economist, T. Rowe Price, lasci la porta aperta a un taglio a marzo, ma non abbastanza forte da renderlo un affare fatto.

“Penso che il comitato monetario vorrà mantenere un margine di manovra. In definitiva, ritengo che con i continui progressi in materia di inflazione e con gli ultimi dati stagionali a tre e sei mesi del PCE core ora leggermente al di sotto dell’obiettivo del 2% della Fed, il FOMC deciderà infine di avviare il ciclo di allentamento a marzo. Tuttavia, data la falsa pista dell’inflazione e della crescita dell’occupazione all’inizio del 2023, la Fed è consapevole dei rischi associati a un prematuro atteggiamento dovish ed è comprensibile che il FOMC non voglia impegnarsi in anticipo. Allo stesso tempo, il comitato non può permettere che le condizioni finanziarie si inaspriscano di nuovo in modo molto brusco per paura che qualcosa si rompa, il che lascia l’attuale prezzo di mercato in una sorta di sweet spot per le prossime settimane dal punto di vista della Fed”.

Tra gli analisti, c’è tuttavia, chi vede spostato in avanti nell’anno l’appuntamento con il primo taglio dei tassi. È di questa idea Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, che in una nota spiega come “alla luce della resistenza dell’economia statunitense, non ci aspettiamo che la Fed fornisca tempistiche precise per il suo primo taglio dei tassi, che comunque non prevediamo prima della seconda metà dell’anno”. 

I dati macro

Come anticipato, le valutazioni della Fed sull’indirizzo futuro della politica monetaria Usa sarà condizionato dall’andamento dell’economia. A questo proposito, Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR, sottolinea che un anno fa, di questi tempi, la recessione sembrava inevitabile. L’esperto ricorda che, questo scenario era ritenuto molto probabile da oltre la metà degli economisti intervistati nel sondaggio periodico della National Association for Business.

“Dodici mesi dopo, il 91% degli economisti intervistati ritiene che le probabilità di un rallentamento dell’economia americana nei prossimi dodici mesi siano del 50% o meno. Un ottimismo condiviso anche dai non specialisti, in gennaio l’indice del sentiment dei consumatori ha raggiunto il livello più alto dal luglio 2021, negli ultimi due mesi il sentiment ha realizzato il maggiore aumento dal 1991. La percezione positiva dei consumatori è stata motivata dal rafforzamento delle aspettative di reddito e dalle migliori prospettive dell’inflazione”.

Nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia americana è cresciuta al tasso annualizzato del 3,3%, inferiore al 4,9% dei tre mesi precedenti ma superiore alle attese. Anche la crescita del PIL nell’intero anno, 3,1%, è stata superiore alle aspettative e i mercati festeggiano, lo S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno messo a segno nuovi massimi, gli investitori continuano a scommettere sulle potenzialità della tecnologia e sui titoli growth.

Secondo Benoit AnneInvestment Solutions Group, MFS IM, “La Fed ha lanciato un messaggio di cautela, segnalando che un taglio dei tassi a marzo non è lo scenario di base. Inoltre, ieri non è stato fatto alcun annuncio su un aggiustamento del QT. È stato invece segnalato che le discussioni sul QT saranno avviate nella prossima riunione. Su questa base, ci aspettiamo che nel breve termine la probabilità implicita di un taglio dei tassi al FOMC di marzo, valutata dai futures sui Fed fund, scenda notevolmente. Ora sembra che la bilancia penda verso un primo taglio dei tassi a maggio o giugno. Ci sembra ragionevole. Riteniamo che il mercato dei tassi abbia anticipato un po’ i tempi”.