Non solo una partenza a rilento. Ma anche risorse insufficienti per soddisfare la domanda, almeno per le auto a motore termico a basse emissioni.
Il risultato è che, nel giro di due settimane, si sono esauriti i 120 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato per il 2024 per incentivare l’acquisto – con rottamazione obbligatoria – di auto con emissioni di anidride carbonica comprese tra 61 e 135 g/km, fascia in cui rientrano vetture con motore termico, ibrido e a gas. Ricordiamo che il contributo era pari a 2 mila euro.
Secondo Quattroruore, dalle 10 del 23 gennaio, giorno di apertura delle prenotazioni, hanno approfittato degli incentivi circa 60 mila persone fisiche. Va detto, che in realtà, l’ecobonus è valido per tutti i contratti firmati già a partire dal 2 gennaio. Motivo che spiega la corsa alla registrazione a cui si è assistito il primo giorno di apertura della piattaforma informatica da parte del ministero delle Imprese.
Nuovo round a marzo, le novità attese
A questo punto, occorrerà attendere un nuovo round atteso per marzo. A questo proposito, lo scorso 1 febbraio, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nel corso del tavolo sull’automotive a Palazzo Piacentini, ha spiegato che per l’Ecobonus 2024 le risorse disponibili ammontano a 950 milioni di euro.
Diverse le novità annunciate per le autovetture:
- incremento degli incentivi per elettrico e ibrido plug in;
- contributo proporzionale all’età del veicolo rottamato;
- possibilità di rottamare anche le Euro 5.
Il contributo massimo alla rottamazione sale da 5mila a 13.750 euro.
Per le classi meno abbienti, tra le varie misure, è prevista una maggiorazione del 25% dei contributi, oltre che incentivi per l’usato con rottamazione, fino a Euro 4, per i veicoli fino a 25mila euro. I 950 milioni sono così ripartiti:
- 793 milioni per le auto;
- 35 milioni per ciclomotori, motocicli, quadricicli;
- 53 milioni per i veicoli commerciali leggeri;
- 20 milioni per l’usato auto;
- 50 milioni per il noleggio a lungo termine.
“I nuovi incentivi accolgono le richieste, più volte reclamate dall’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), di estendere l’Ecobonus a importo pieno a tutte le imprese, di aumentare l’entità dello stesso, di riportare al 2024 i fondi inutilizzati nel 2022 e, nel corso dell’anno, quelli del 2023″ ha affermato il presidente dell’Unrae, Michele Crisci. Tuttavia, spiega Crisci, “considerando i tempi per esaurire i vari passaggi autorizzativi e per aggiornare la piattaforma di Invitalia, i nuovi incentivi saranno operativi non prima della metà di marzo 2024, con il rischio concreto che nel frattempo il mercato rimanga paralizzato. I timori di un’attesa deleteria per il mercato sembrano confermati dal forte rallentamento non solo della raccolta ordini, ma anche delle immatricolazioni di auto Bev e Phev, che a gennaio si fermano a quota 2,1% per le Bev e 2,8% per le Phev: in totale, una quota del 4,9% di auto con la spina, la più bassa da gennaio 2021″.
Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, sottolinea a questo proposito:
“apprezziamo lo sforzo e l’impegno del Ministro Urso nel modificare l’attuale schema di incentivi che ha dimostrato di non funzionare in modo efficace a causa degli stringenti paletti in termini di platea dei beneficiari e soglie. Tuttavia, il nuovo provvedimento arriva con forte ritardo rispetto alle richieste avanzate già oltre un anno fa dalla filiera automotive. In attesa dei nuovi e più elevati contributi, cresce freneticamente l’indecisione e la confusione tra la clientela, la quale decide di procrastinare gli acquisti dei veicoli nuovi, in particolare di quelli elettrici e plug-in”.
Tale fenomeno si ricava dai numeri di gennaio, in cui la flessione dell’elettrico del -13,3% rispetto a gennaio 2023 (che aveva a sua volta fatto già registrare un calo del -8,6%) mostra un peggioramento nella preferenza di acquisto di veicoli che dovrebbero contribuire in primis alla transizione ecologica.
“Promuovere i veicoli elettrici attraverso robusti incentivi a chi rottama veicoli ante Euro 3 resta estremamente difficile. In via alternativa, sarebbe utile impiegare tali risorse nell’attuazione di una riforma fiscale strutturale sugli autoveicoli che avvicini, anche gradualmente, l’Italia all’Europa. Una revisione della deducibilità dei costi e degli ammortamenti sulle auto aziendali, così come della percentuale di detraibilità dell’IVA e una riduzione nella tassazione dei fringe benefit per le aziende che mettono a disposizione auto elettriche ai propri dipendenti, sono misure che sosterrebbero più velocemente e stabilmente lo svecchiamento del parco circolante in ottica green, con effetti positivi anche sul mercato dell’usato”.
Corsa all’incentivo, ma le elettriche non tirano
È stata dunque corsa all’incentivo, ma non per tutti. Le auto elettriche che rientrano nella fascia di emissioni comprese tra 0 e 20 g/km, così come le ibride plug-in tra 21 e 60 g/km, hanno infatti ottenuto finora un riscontro ben minore.
Nel primo caso si è passati i fondi disponibili ammontano a 197 milioni dei 205 stanziati; nel secondo per le seconde restano nelle casse dello Stato 242 milioni su 245. A quanto pare, i potenziali acquirenti di vetture elettriche e plug-in, infatti, hanno preferito restare alla finestra in attesa che il governo vari l’annunciata riforma degli incentivi 2024, che prevedono un sensibile innalzamento dei singoli bonus.
Gennaio parte bene per le immatricolazioni
Intanto, secondo quanto ha fatto saper l’Unrae, il mercato dell’auto in Italia inaugura il 2024 con un mese di gennaio che registra 141.946 auto nuove immatricolate, in aumento del 10,6% rispetto alle 128.329 di gennaio 2023. In avvio del nuovo anno, UNRAE conferma la stima di 1.600.000 immatricolazioni per l’intero 2024, come già indicato nel luglio scorso, pari a circa 34.000 unità in più sul 2023: una leggera crescita del 2,1%, ma un livello ancora lontano dal pre-pandemia (-16,5% vs il 2019).