Società

MORGAN STANLEY VENDE L’INTERO PACCHETTO NEW YORK TIMES

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Morgan Stanley, la banca d’affari americana che e’ anche il secondo piu’ grande azionista del New York Times, ha venduto oggi per intero il suo pacchetto del 7.3% del gruppo editoriale, una mossa che ha fatto calare il titolo NYT al minimo assoluto di oltre 10 anni.

La notizia e’ stata anticipata dall’edizione online di The Wall Street Journal, tramite citazione di una persona che non ha voluto essere identificata, visto che Morgan Stanley non ha ancora annunciato ufficialmente la vendita. Secondo alcuni trader del New York Stock Exchange, dove il titolo e’ quotato, Merrill Lynch ha passato in mattinata un ordine di vendita del valore di $183 milioni pari a 10 milioni di azioni ordinarie New York Times. Il gruppo che edita il quotidiano neworkese (possiede anche il Boston Globe, l’Herald Tribune, decine di quotidiani e reti TV locali) e’ in forti difficolta’, per il continuo inarrestabile calo di copie vendute e fatturato pubblicitario, dovuto alla migrazione sempre piu’ massiccia di advertisement sul web.

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Morgan Stanley Investment Management, un fondo guidato da Hassan Elmasry, e’ stato per anni critico feroce del New York Times, in base al fatto che il gruppo continua a mantenere due classi di azioni: la stragrande maggioranza dei diritti di voto sono nelle mani della famiglia Ochs-Sulzberger, e cio’ non da’ agli altri azionisti alcun potere per attuare i cambiamenti di cui l’azienda ha bisogno, in una fase di acuta crisi per l’editoria cartacea (l’ultima sgualcita copia del “New York Times” sarà acquistata nel 2043, secondo i calcoli di Philip Meyer, studioso dell’editoria americana citato da un famoso articolo dell’Economist; e l’editore Sulzberger pochi mesi fa fece scalpore dichiarando in un’intervista a un giornale israeliano che tra 5 anni il New York Times potrebbe non essere piu’ in edicola. Aggiunse: non me ne fregherebbe nemmeno molto, visto che siamo gia’ sul web con www.nytimes.com).

L’intero settore dell’editoria quotidiana negli Stati Uniti e’ in profonda crisi (in Italia i quotidiani cominciano appena a vedere le prime avvisaglie dello stesso fenomeno) per il crollo della pubblicita’ soprattutto nelle grandi aree metropolitane. Categorie come auto, vendite al dettaglio, viaggi e turismo, film, tecnologia si sono spostate quasi in blocco su internet. E cio’ ha contribuito a deprimere ulteriormente le vendite in edicola.