Bisogna evitare di arrivare alla fine della vita lavorativa con un’accumulazione di capitale insufficiente per affrontare gli anni della pensione
Intendono viaggiare, visitare i posti che avevano sempre desiderato vedere. Qui entra in ballo la finanza e soprattutto la gestione di quello che tecnicamente si chiama decumulo: la trasformazione del capitale accumulato nel corso della vita lavorativa in una rendita.
Storie d’accumulo diverse.
Prima del decumulo però vediamo come Marco e Luca abbiano fatto percorsi diversi anche nell’accumulazione: avevano lo stesso reddito medio di 50.000 euro durante il periodo lavorativo e uno stile di vita molto simile. Entrambi sono riusciti a risparmiare a partire dai 35 anni circa (quindi per 32 anni), il 20% all’anno, ovvero 10.000 euro. Marco ha investito sui mercati azionari i suoi risparmi, mentre Luca ha sempre mantenuto tutto sul conto corrente.
Con che capitale i due sono arrivati alla pensione? Per Luca i calcoli sono facili, avrà accantonato sul conto corrente circa 320.000 euro. Sicuramente una bella somma. E Marco? Marco ha investito 10.000 euro l’anno sull’indice Msci World che rappresenta le borse mondiali e lo ha fatto attraverso un Etf, strumento finanziario che replica l’indice. Considerando le commissioni del 2% e la tassazione sui capital gain, il capitale complessivamente accantonato da Marco ammonta a circa 600 mila euro (dal 1987 a oggi). Praticamente il doppio rispetto a Luca. Voi a chi dei due vorreste ispirarvi?
Utilizzare il montante accumulato.
Oggi Luca e Marco sono in pensione, hanno 67 anni e intendono utilizzare le somme accantonate per integrare la rendita pensionistica e mantenere lo stesso tenore di vita. L’ente previdenziale garantisce loro 25.000 euro l’anno. Ciò significa che per raggiungere il livello di reddito che avevano prima di andare in pensione ciascuno di loro dovrà decumulare gli altri 25.000 euro ogni anno dai risparmi accantonati. In tale scenario Luca, che non ha mai investito, potrà mantenere il suo tenore di vita per circa 12 anni dalla pensione. Dopodiché avrà esaurito il capitale e sarà costretto a vivere solo con la pensione.
E Marco? La sua è tutta un’altra storia. Avendo a disposizione circa 600.000 euro netti potrà dormire sogni tranquilli almeno fino a 90 anni. Anzi, investendo la somma da decumulare su strumenti a reddito fisso può anche immaginare di lasciare parte dei suoi capitali in eredità.
Pur sottolineando che prevenire è sempre meglio che curare, anche Luca avrà qualche carta da giocare, prendendosi però qualche rischio in più rispetto a Marco. Dovrà fare oggi ciò che non ha fatto durante gli anni dell’accumulo: investire. Sfruttando i mercati finanziari con un’ipotesi conservativa (50% in obbligazionario corporate investment grade e 50% nell’Msci World) Luca potrebbe allungare almeno fino a 90 anni il suo tenore di vita.
Rischiando un po’ di più invece, eventualmente investendo il 100% sull’azionario, Luca potrebbe allungare ulteriormente il suo tenore di vita. Ipotizzando un rendimento medio dell’8% (performance media degli ultimi 30 anni dell’Msci World) e togliendo commissioni e tasse sul capital gain, sui 25.000 euro decumulati ogni anno Luca potrebbe superare i 95 anni, mantenendo il suo stile di vita. Sarebbe però sicuramente più semplice occuparsi della fase d’investimento durante il periodo di accumulo e dedicarsi senza troppi patemi e affanni a un decumulo più razionale in considerazione dell’età.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di febbraio 2024 del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.