Economia

Giappone, la Borsa corre e centra nuovi record: il perché del rally

Continua la corsa del mercato azionario giapponese che, sulla scia dei record toccati venerdì scorso dalla Borsa Usa, ha aggiornato i massimi storici. In particolare, il Nikkei 225 ha superato la soglia di 40.000 punti (+0,8%), che porta a +20% il saldo da inizio anno, mentre il più ampio indice Topix è ha segnato un rialzo di quasi il 15% da gennaio (+0,1% oggi, dopo aver superato la soglia record dei 2.700 venerdì scorso).

Cosa c’è dietro il rally nipponico

Diverse le ragioni che stanno alimentando il rally del Nikkei, che in due settimane circa ha guadagnato mille punti circa. A partire dal buon andamento degli utili societari, favorito in parte dalla debolezza dello yen, che a sua volta dà una spinta alle aziende che vendono all’estero. Ad alimentare l’ottimismo degli investitori, ha contribuito poi  una rapporto positivo sugli investimenti del quarto trimestre pubblicato che ha anticipato una revisione al rialzo del PIL che potrebbe essere rivisto in positivo da negativo, il che significa che il Giappone non è in recessione.

Ciò si è aggiunto alle speculazioni su un forte rialzo del ciclo salariale, che potrebbe portare la Banca del Giappone a porre fine ai tassi negativi in aprile. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, il governo giapponese sta valutando la possibilità di dichiarare la fine della deflazione, il che rappresenterebbe un altro segnale sulla strada dell’inasprimento delle politiche.

“Negli ultimi due anni, la Bank of Japan (BOJ) ha fatto eccezione rispetto al ciclo di inasprimento della politica monetaria visto su scala globale scegliendo di mantenere una politica ultra-allentata nonostante l’inflazione sia rimasta al di sopra dell’obiettivo per oltre un anno. Tuttavia, le attese di un cambiamento di politica per quest’anno continuano a crescere”. A questo punto, continua l’esperta “se le pressioni esterne continuano ad allentarsi (cioè se la politica monetaria del Giappone continua a divergere dalle altre banche centrali), la normalizzazione dei tassi dipenderà quasi esclusivamente dall’economia interna e che la BOJ sia certa che l’inflazione al 2% sia sostenibile”  spiega Eva Sun-Wai, fund manager del team Public Fixed Interest di M&G Investments, aggiungendo che si discute molto su cosa potrebbe accadere allo yen se la BOJ ponesse fine ai tassi negativi. “Gli investitori giapponesi detengono molti asset all’estero e sono, nel complesso, i maggiori detentori stranieri di titoli di Stato statunitensi. Una possibile conseguenza dell’aumento dei rendimenti in Giappone potrebbe essere il ritorno del denaro giapponese sul mercato interno, anche se dobbiamo ancora vedere l’inizio di questo processo. Ciò potrebbe avere conseguenze significative per il mercato dei Treasury e per lo yen”.

Nuovi record anche per Wall Street

I nuovi record del mercato giapponese arrivano dopo quelli di Wall Street. Venerdì scorso lo S&P 500 e Nasdaq Composite hanno aggiornato i propri record intraday e in chiusura. Nel finale, il Nasdaq ha raggiunto un nuovo record storico di 16.302,24 punti, chiudendo con un aumento dell’1,14% a 16.274,94 punti. Lo S&P 500 ha superato per la prima volta i 5.100 punti, con un incremento dell’0,80% a 5.137,08. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,23%, raggiungendo quota 39.087,38 punti.