Economia

Italia, crollo del mattone sotto il peso del caro mutui

La flessione era ampiamente attesa e ora trova riscontro anche nei dati ufficiali dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Nel 2023, il mercato immobiliare italiano ha subito un vistoso calo: dopo il buon andamento di 2021 e 2022, lo scorso anno le transazioni sul mercato residenziale sono scese a meno di 710.000 con un calo del 10% rispetto all’anno precedente.

Le cause della debolezza

Dietro la debolezza dei dati, c’è l’impennata del costo mutui. La fiammata del costo del denaro, portato al 4,5% dalla Bce, ha fatto triplicare i tassi praticati dalle banche sui mutui erogati alle famiglie. A fine dicembre scorso, gli interessi medi applicati ai prestiti immobiliari erano arrivati al 4,40%, vale a dire esattamente il triplo rispetto all’1,45% di gennaio 2022, livello minimo degli ultimi anni.

Nessuna significativa ripresa è attesa per quest’anno, anche se le attese di un alleggerimento delle rate del mutuo dovrebbe ridare un po’ di fiato al settore. Secondo gli esperti di Tecnocasa, “le previsioni per l’anno in corso sono orientate verso un ulteriore ribasso dei volumi anche se la rete nei primi mesi del 2024 ci segnala una maggiore fiducia in chi si avvicina all’acquisto, alla luce dei miglioramenti registrati sul fronte creditizio”.

I numeri delle compravendite

Stime alla mano, vediamo nel dettaglio cosa è successo lo scorso anno. Secondo l’osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, il mercato immobiliare italiano ha segnato tassi tendenziali negativi in tutti i trimestri del 2023. Nel quarto trimestre il calo delle compravendite, complice una primo rallentamento del costo dei mutui, si è fermato al 3,3%, rallentando in maniera significativa la caduta.

In attesa che la Bce dia inizio al ridimensionamento dei tassi, probabilmente a giugno, gli italiani sembrano aver guardato agli investimenti immobiliari con il freno a mano tirato, decidendo per un acquisto solo nei casi strettamente necessari.

Non è infatti un caso che delle 191 mila unità abitative acquistate da persone fisiche nel quarto trimestre, quasi il 63% rientra infatti proprio nella definizione di “prima casa”.  Allo stesso tempo, la quota di abitazioni acquistate ricorrendo a un mutuo ha segnato un forte calo, scendendo abbondantemente sotto il 40% (al 37%), per la prima volta dal 2021. Il tasso medio di interesse, stabilito alla sottoscrizione dell’atto di mutuo, ha raggiunto il 4,51%, di nuovo in aumento dopo la lieve diminuzione registrata nel trimestre precedente.

Continuano inoltre ad essere acquistate case dal taglio dimensionale tendenzialmente piccolo, con le superfici tra 50 e 85 metri quadrati che hanno coperto quasi un terzo delle compravendite.

I dati delle grandi città

Secondo i dati Tecnocasa, elaborati da quelli delle Agenzie delle entrate, i comuni capoluogo chiudono con 221.144 compravendite in calo del 10,7% rispetto al 2022, mentre i comuni non capoluogo invece fanno -9,2% passando da 537857 a 488.447, un risultato leggermente migliore. Tra le grandi città è Napoli che mette a segno la contrazione più bassa: -4,4%. Fanalino di coda Bari con -19,1%. Se si limita l’analisi al quarto trimestre Bari registra il calo più importante con -15,7% mentre Palermo registra solo un -1,6%.