Novità in vista per le cartelle esattoriali non riscosse. Sono quelle approvate ieri dal Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera in prima lettura allo schema di decreto legislativo che modifica le norme attuando la delega di riforma. In particolare, il governo ha deciso da una parte di allungare i tempi delle riscossioni per chi si trova in difficoltà, dall’altra di fare pulizia nel magazzino che ammonta, dato al 31 dicembre 2023, a più di 1.200 miliardi di euro, una mole abnorme che spesso fa riferimento a persone defunte, o nullatenenti, o per vari motivi non reperibili.
Tra le altre novità anche l’arrivo di una commissione che dovrà studiare come smaltire ed eliminare l’enorme magazzino di cartelle non riscosse e la possibilità del fisco di inviare in una sola cartella, unificata dal codice fiscale, le richieste di pagamenti di più enti: in pratica potranno arrivare insieme non solo gli importi delle imposte da pagare ma anche quelli delle multe stradali.
Tempi più lunghi per chi è in difficoltà
Secondo le nuove disposizioni, il contribuente che ha debito con il Fisco superiori ai 120mila euro di debito, e documenta la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, avrà la possibilità di dilazionare il pagamento in massimo 120 rate mensili (dall 72 attuali).
Per chi, invece, si limita solo a dichiarare di essere in temporanea obiettiva difficoltà e deve fino a 120mila euro, le rate aumentano progressivamente ogni biennio fino ad arrivare ad un massimo di 108 rate mensili dal 2029:
- nel 2025 e 2026, fino a 84 rate mensili;
- nel 2027 e 2028, fino a 96 rate mensili;
- nel 2029 e 2030, fino a 108 rate mensili;
- dal 2031, si valuterà la possibilità di concedere 120 rate mensili.
Discarico automatico dopo cinque anni per le inesigibili
Il provvedimento introduce inoltre, a partire dal 2025, le cartelle non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente. Viene così introdotto il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle Entrate “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”.
L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.
“Sono già dieci i decreti di attuazione della riforma fiscale presentati in Cdm, dei quali otto approvati in via definitiva”, ha commentato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. “In particolare il governo ha approvato in prima lettura il decreto sulla riscossione. Si tratta di un importante intervento su una materia complessa e delicata, che ha tre obiettivi: snellire l’attuale magazzino di debiti fiscali, attualmente a 1.200 miliardi di euro, ed evitare che in futuro se ne crei un altro della medesima entità. Vogliamo anche rendere la riscossione più veloce ed efficiente, in linea con i principali Paesi europei”.
Le nuove misure, però, sollevano critiche. Come quella avanzata dall’economista Carlo Cottarelli, che ha sottolineato come con la cancellazione delle cartelle dopo cinque anni, “basterà resistere cinque anni per essere al sicuro. Ora avremo pure il condono in automatico”.