Mentre si attende la prima sforbiciata dei tassi da parte della BCE, in calendario secondo gli analisti nel mese di giugno, arrivano le prime notizie positive sul costo dei mutui. Secondo i dati di Bankitalia, a gennaio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) sono scesi al 4,38% dal 4,82 di dicembre. La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata del 22 per cento (41% nel mese precedente). Il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,75% (10,16 nel mese precedente).
Codacons: bene, ma ancora rate pesanti
La riduzione dei tassi registrata a gennaio è sicuramente un segnale positivo sul fronte dei mutui, secondo il Codacons che sottolinea come la strada per tornare alla normalità sia ancora molto lunga. L’associazione dei consumatori rileva che la riduzione dei tassi registrata a gennaio è influenzata non solo dallo stop alla politica dei rialzi della Bce, ma anche dal crollo delle erogazioni causata dalla forte contrazione delle compravendite immobiliari registrata in Italia nel 2023 .
Tuttavia, rileva l’associazione, le politiche rialziste sui tassi imposte dalla Bce negli ultimi due anni continuano ad avere effetti pesanti sui costi dei mutui a carico delle famiglie italiane.
In base ad una elaborazione realizzata dal Codacons, a gennaio 2024, sui siti di comparazione specializzati in mutui, per un finanziamento a tasso variabile dell’importo di 150mila euro con durata di 30 anni per l’acquisto della prima casa, la migliore offerta sul mercato prevedeva una rata mensile da 767 euro, contro i 442 euro del mese di settembre 2021, equivalente ad un maggior esborso annuo di +3.900 euro.
Per un mutuo da 100.000 euro a 25 anni la migliore offerta di gennaio presentava una rata da 557 euro contro i 346 euro di settembre 2021, pari ad una maggiore spesa da +2.532 euro annui.
Per un mutuo da 200mila euro a 20 anni la rata mensile è salita a gennaio addirittura di 454 euro rispetto al 2021 (da 858 euro a 1.312 euro), con un impatto annuale pari a +5.448 euro.
Commenti positivi sono arrivati anche da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Bene, prosegue il percorso in discesa dei tassi. Dopo il picco raggiunto a novembre, quando il Taeg era arrivato al 4,92 per cento, un record che non si vedeva dal dicembre del 2008, subito dopo il fallimento di Lehman Brothers del 15 settembre di quell’anno, quando si era arrivati al 5,19, da due mesi si assiste a una flessione e si ritorna ai livelli di marzo 2023, quando appena sotto, a 4,36. Un primo segnale positivo che dipende dal fatto che la Bce ha interrotto in ottobre i rialzi dei tassi di riferimento, dopo 10 aumenti consecutivi. Un sospiro di sollievo per le famiglie con mutui a tassi variabili”.
In crescita i tassi per le imprese
Lieve ritocco al rialzo invece per i tassi per le imprese: i mutui sui nuovi prestiti alle società non finanziarie a gennaio sono si sono attestati al 5,48 per cento a gennaio rispetto al 5,45 del mese precedente.
Quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,78 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 5,30 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,00 per cento (0,96 nel mese precedente).