Da inizio anno il listino giapponese ha mostrato una forza incoraggiante, con il Nikkei 225 che ha superato i massimi toccati nell’era della bolla di dicembre 1989. La solidità dei fondamentali aziendali, il miglioramento degli standard di governance e l’aumento della domanda estera hanno contribuito alla forza del mercato azionario, ma la domanda per gli investitori è se il mercato possa continuare a salire.
di Masaki Taketsume (Schroders)
Cosa ha spinto al rialzo l’azionario giapponese?
Molti fattori hanno contribuito alla recente forza di Tokio, tra cui la crescita degli utili e il miglioramento dei fondamentali aziendali. Gli utili delle società giapponesi si sono generalmente orientati nella giusta direzione, con l’ultima stagione delle trimestrali che ha visto numerose revisioni al rialzo delle previsioni sugli utili. In totale, gli utili hanno raggiunto livelli record e si prevede che questa tendenza continui anche nei prossimi anni.
La performance delle aziende orientate al mercato nazionale è stata impressionante. Molte di esse hanno mostrato una forte domanda e segni di un ritrovato potere di determinazione dei prezzi, dopo decenni. Ciò, se abbinato al miglioramento del potere d’acquisto dei consumatori grazie agli aumenti salariali, dovrebbe portare a una sana crescita degli utili aziendali. Una parte di questi maggiori profitti può poi essere riciclata nell’economia attraverso ulteriori aumenti salariali, innescando un ciclo positivo di progresso economico che è stato assente dal Giappone per una generazione.
Nel frattempo, grazie alle pressioni della Borsa di Tokyo, sono proseguite le riforme della corporate governance. Dopo un lungo periodo di apatia, queste riforme stanno ora suscitando un crescente interesse da parte della comunità degli investitori globali nei confronti dell’azionario giapponese. In particolare, il riacquisto di azioni proprie ha continuato a crescere e ci aspettiamo che questa tendenza continui, dato che sempre più società sono costrette ad adottare misure per migliorare i loro rendimenti e affrontare la persistente sottovalutazione.
Tuttavia, c’è forse motivo di cautela nel breve termine, data la velocità e la natura del recente rally. I titoli a grande capitalizzazione, che dispongono di un’ampia liquidità, hanno continuato a sovraperformare. Di conseguenza, le valutazioni di molte grandi aziende, soprattutto quelle dell’indice Nikkei 225, sono un po’ cresciute. Da questo punto di vista, ci aspettiamo che la leadership del mercato giapponese migri verso le aziende di piccole e medie dimensioni, che offrono valutazioni molto più attraenti.
Altri motivi di cautela riguardano gli sviluppi dei mercati valutari e della politica monetaria. Lo yen giapponese si è fortemente deprezzato.
Molto potrebbe dipendere anche dall’esito dei negoziati di “Shunto” di quest’anno, le grandi trattative salariali di primavera. I rapporti preliminari indicano che l’aumento medio dei salari nelle trattative di quest’anno ha superato il 5% per la prima volta in 30 anni. Sebbene si tratti di un’ulteriore prova del ritorno di un’inflazione sostenuta nell’economia giapponese, e quindi di un elemento positivo per gli investimenti a lungo termine nell’azionario giapponese, potrebbe indebolire il sentiment degli investitori nel breve termine.
Inoltre, come previsto da tempo, la Bank of Japan ha inasprito le condizioni monetarie ponendo fine alla politica dei tassi di interesse negativi.
Quadro positivo sul lungo periodo
Nonostante queste vulnerabilità a breve termine, riteniamo che ci siano molte ragioni per credere che siamo entrati in un periodo di sovraperformance del mercato azionario giapponese sostenuta a lungo termine. A nostro avviso, il Giappone offre una delle opportunità più interessanti al mondo, grazie ai solidi fondamentali aziendali, alla presenza di un’inflazione positiva e al ritorno del potere di determinazione dei prezzi per molte società nipponiche.