Giappone: inflazione accelera a febbraio, borsa Tokyo fa dietrofront dopo nuovo record oltre quota 41.000
Accelerazione dell’inflazione in Giappone. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito a febbraio su base annua del 2,8%, ben oltre il 2,2% del mese precedente.
L’inflazione core, che esclude i prezzi dei beni alimentari freschi, è balzata del 2,8%, rispetto al +2% di gennaio.
L’inflazione core-core, che esclude i prezzi dei beni alimentari e dei beni energetici, è avanzata del 3,2%.
Martedì scorso 19 marzo la Bank of Japan guidata dal governatore Kazuo Ueda ha alzato i tassi per la prima volta dal 2007, ponendo fine all’era dei tassi negativi, iniziata in Giappone nel 2016.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è schizzato oggi anche oltre quota 41.000 punti, al nuovo massimo di sempre, per poi bucare la soglia psicologica raggiunta, con un rialzo alle 7 circa ora italiana pari a +0,40%, a quota 40.979 punti circa.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.