Continua al corsa del petrolio, alimentata dalla tensioni in Medio Oriente e nell’Europa dell’Est ma anche dalla contrazione del mercato globale del greggio. Anche questa mattina le quotazioni registrano un segno più sia del Wti con consegna a maggio, che segna +1,36% a 86,59 dollari al barile, sia del Brent con consegna a giugno che guadagna l’1,45%, superando quota 90 dollari al barile (90,65 dollari al barili). I prezzi del petrolio si sono impennati quest’anno, registrando tre mesi consecutivi di guadagni, con il greggio statunitense che ha guadagnato quasi il 21%, mentre il Brent è salito del 18%.
Sale tensione in Medio Oriente
L’escalation di tensioni tra l’Iran, membro dell’OPEC, e Israele sta facendo riaffiorare il timore di un conflitto in Medio Oriente che potrebbe comprimere le forniture di petrolio. A questo proposito, il Jerusalem Post ha riferito che le ambasciate israeliane sono in stato di massima allerta dopo che l’Iran ha annunciato ritorsioni per un attacco missilistico al suo consolato a Damasco all’inizio della settimana. Secondo il Times of Israel, le Forze di Difesa israeliane hanno cancellato i congedi per le truppe da combattimento in seguito all’escalation del confronto con Teheran.
Ieri, intanto, il Presidente Usa Biden ha avvertito il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu che gli attacchi contro gli operatori umanitari e la situazione umanitaria a Gaza sono “inaccettabili”. L’inquilino della Casa Bianca ha poi aggiunto che la politica degli Stati Uniti sulla guerra a Gaza sarà determinata dalle misure che Israele prenderà per affrontare la crisi umanitaria. L’avvertimento del presidente è arrivato dopo che questa settimana un attacco israeliano ha ucciso sette operatori umanitari della World Central Kitchen, tra cui un cittadino statunitense-canadese.
Ma per John Kilduff, socio fondatore di Again Capital, sono gli attacchi dei droni ucraini contro le infrastrutture petrolifere russe sono ciò che sta realmente influenzando i prezzi.
“Per la prima volta dall’inizio di questa guerra, potremmo avere quantità significative di forniture russe fuori dal mercato”, ha detto Kilduff alla CNBC, aggiungendo che “gli attacchi ucraini hanno danneggiato le infrastrutture di raffinazione in Russia e altre infrastrutture, con un impatto sulla loro capacità produttiva”.
Mercato petrolifero verso deficit
Secondo Bank of America, il mercato petrolifero globale dovrebbe registrare un deficit di 450.000 barili al giorno nel secondo trimestre, con una domanda in crescita e un calo delle scorte globali causata in parte dalla riduzione volontaria della produzione da parte dei membri dell’OPEC+.
In attesa della riunione di giugno, quando l’OPEC+, composta da 22 nazioni, si riunirà presso la sede di Vienna per decidere se continuare i tagli alle forniture nella seconda metà dell’anno, ieri il cartello dei produttori di greggio ha raccomandato ai membri di non apportare modifiche all’attuale politica di produzione del gruppo, confermando quindi i tagli aggiuntivi per 2,2 milioni di barili al giorno fino alla fine di giugno per sostenere il mercato.