Private banker: intelligenza artificiale alleata nella relazione con i clienti, crescono investimenti
L’Intelligenza Artificiale generativa, ovvero l’utilizzo dell’IA per la creazione di nuovi contenuti, come testo, immagini, musica, audio e video, assume un ruolo sempre più centrale anche nel mondo del Wealth & Asset Management. La sua implementazione è infatti vista dagli operatori del settore come una preziosa alleata per ottimizzare i processi industriali e per migliorare il rapporto con i clienti. Lo rivela l’EY Wealth and Asset Managers Generative AI Survey, realizzata su un campione di 227 operatori del settore a livello globale, compresa l’Italia – tra wealth manager, private banker, asset manager, gestori patrimoniali alternativi e hedge funds.
Crescono investimenti
Il crescente interesse del settore verso l’Intelligenza artificiale trova conferma nel fatto che il 98% dei gestori sta già investendo nell’Intelligenza Artificiale generativa, ha intenzione di farlo o è fortemente interessato ad approfondirla; di questi, il 48% investe in GenAI già oggi, mentre il 36% ha pianificato investimenti.
Non solo. Il 75% degli operatori intervistati, infatti, ha già costituito un team dedicato, mentre tra coloro che devono ancora farlo, il 79% prevede di formarne uno entro i prossimi 1-2 anni. La creazione di un team dedicato all’intelligenza artificiale richiede un investimento che gli intervistati valutano superiore ai 10 milioni di dollari, finanziati prevalentemente dai budget IT e di corporate strategy.
Applicazioni della GenAI
In questo contesto, non stupisce che il 25% dei rispondenti dell’indagine EY abbia già lanciato o si stia preparando a lanciare applicazioni di intelligenza artificiale generativa mentre tra quello che non l’hanno ancora fatto, l’84% prevede di farlo entro il prossimo anno.
Private banker e hedge fund sono i settori leader nell’implementazione della GenAI: il 33% dei private banker e il 52% degli hedge fund (contro il 18% del comparto nel suo complesso) hanno già realizzato applicazioni concrete per efficientare i processi interni o rivolte al cliente.
Benefici attesi
L’Intelligenza Artificiale generativa avrà un impatto incrementale entro i prossimi 2-3 anni, secondo il 55% degli operatori del Wealth e Asset management intervistati. Dall’indagine emerge che i fattori trainanti degli investimenti in GenAI riguardano soprattutto i benefici attesi in termini di miglioramento dell’esperienza del cliente e della qualità del servizio, incremento dell’efficienza generato dall’automazione delle attività (62%) e riduzione dei costi (56%).
Nel rapporto con i clienti, infatti, le funzioni che acquisiranno maggiore efficienza saranno soprattutto il contact center (68%) e il marketing e la distribuzione (64%).
Rischi e governance legati alla GenAI
Non è tutto rosa e fiori. La grande maggioranza dei Wealth & Asset manager (91%) ha espresso preoccupazione in relazione alla governance e ai rischi legati all’intelligenza artificiale generativa, ad esempio riguardo all’accuratezza (67%), alla qualità (45%) e alla privacy (42%) dei dati utilizzati.
L’81% degli operatori intervistati ha però stabilito un framework di governance/rischio o è in procinto di definirne uno. I player dell’industria manifestano anche qualche preoccupazione riguardo all’adozione dell’intelligenza artificiale generativa, in particolare il 62% degli intervistati teme l’ambiguità normativa e la volatilità riguardanti la GenAI, mentre il 44% riscontra una mancanza di chiarezza sull’impatto complessivo che questa tecnologia può avere sul business.