Mercati

UBS: nuovo round di licenziamenti, fuori oltre cento dipendenti

UBS sta pianificando un’altra serie di tagli di posti di lavoro dopo l’acquisizione di Credit Suisse. Lo anticipa l’agenzia stampa Bloomberg, che cita persone a conoscenza della questione, secondo cui il ridimensionamento dovrebbe riguardare oltre cento posizioni. I licenziamenti sono previsti per le prossime settimane – si legge nell’articolo, in cui si spiega che i tagli di posti di lavoro sono previsti nelle unità wealth management e mercati. La banca elvetica si è rifiutata di commentare la notizia.

L’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, la più grande fusione bancaria dalla crisi finanziaria globale del 2008, è stata organizzata in fretta e furia dalle autorità svizzere nel marzo 2023 per evitare il collasso di Credit Suisse.

Dopo l’acquisizione, UBS ha avviato un piano di riduzione dei costi di oltre 10 miliardi di dollari, che ha portato al taglio di oltre 3.000 posti di lavoro in Svizzera. Più tardi, nel corso dell’anno, ha anche tagliato il 70% circa del personale dell’unità di Secutity research della divisione di Credit Suisse a Hong Kong.

A inizio aprile, intanto, il ceo di Ubs, Sergio Ermotti, durante un’intervista al Forum Ambrosetti, in corso a Cernobbio, ha confermato che Ubs è entrata nella “fase due” dell’integrazione di Credit Suisse che ‘è molto importante’ perché ‘dopo aver raggiunto i primi 4 miliardi di sinergie di costi nel 2023 avremo altri 9 miliardi. Soldi che verranno reinvestiti ma, per poterlo fare, è’ necessario prima ristrutturare’.  Il banchiere ha parlato della enorme migrazione dei dati e di processi IT che richiederà fino a due anni. “Se tutto andrà secondo i piani, il gruppo entro la fine del 2026 avrà la stessa redditività che aveva Ubs “stand alone” nel 2022. Questo non è uno sprint, ma una maratona”.

UBS verso rafforzamento di di capitale?

Negli ultimi giorni, intanto, la banca elvetica è finita nell’occhio del ciclone, in seguito alle nuove regole proposte dalla Svizzera per evitare un’altra debacle come quella del Credit Suisse l’anno scorso. Il Consiglio federale ha, tra le altre cose, indicato che Ubs e le altre banche dovrebbero detenere riserve maggiori per coprire le loro partecipazioni finanziarie nelle grandi filiali estere. Secondo Bloomberg, questo potrebbe significare in un rafforzamento di capitale fra 15 e 25 miliardi di dollari.

Ubs, con un patrimonio di oltre 1,7 trilioni di dollari alla fine del 2023, è l’unica banca ‘too big to fail’ rimasta in Svizzera ed una delle piu’ grandi banche di importanza sistemica a livello globale. Le nuove norme riguardano comunque in parte anche altre banche elvetiche.

Gli analisti di Jp Morgan rilevano che le norme sul capitale previste dal Consiglio Federale Svizzero all’indirizzo di Ubs sembrano gestibili e non comportano cambiamenti significativi nel potenziale di rendimento del capitale. JPMorgan prevede già un CET1 ratio di Ubs al 14,5% per il 2027, avendo già calcolato una distribuzione di capitale di 27,5 miliardi di dollari nel periodo 2024-2027.

Anche se i dettagli specifici sulle nuove misure non sono ancora stati definiti, gli esperti della banca Usa ritengono che Ubs sia in grado di assorbire questi cambiamenti.

Il tiolo, intanto, nell’ultimo mese ha segnato un calo dell’8%: al momento quota intorno ai 25 franchi svizzeri. Resta positivo, intorno al +3%, il saldo da inizio anno.