Economia

Dopo S&P, anche DBRS Ratings conferma la tripla B sull’Italia

Dopo S & P Global Rating, anche gli analisti di DBRS Ratings hanno confermato il rating della Repubblica Italiana a BBB (high) con trend stabile. I prossimi appuntamenti sono con Fitch che renderà noto il suo giudizio il prossimo 3 maggio, seguirà a ruota Moody’s in calendario il prossimo 31 maggio.

Che cosa ha detto l’agenzia

Il trend Stabile riflette l’opinione di Morningstar DBRS che i rischi per i rating sono bilanciati. Secondo l’agenzia “la ripresa post-pandemia dell’Italia è stata più forte del previsto e ha superato le altre grandi economie dell’area euro. Gli effetti di una politica monetaria più restrittiva e di un contesto esterno più debole stanno pesando sull’attività economica, ma si prevede che la crescita riprenderà gradualmente con il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e delle condizioni finanziarie ed esterne”.

Inoltre, l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia “dovrebbe contribuire a mitigare gli investimenti residenziali più deboli nei prossimi due anni, man mano che i generosi crediti d’imposta per la ristrutturazione delle case (Superbonus) verranno gradualmente eliminati”.

Deficit fiscale in crescita per Superbonus

Il deficit fiscale – afferma l’agenzia – ha raggiunto il 7,4% del PIL nel 2023, ben al di sopra del 5,3% del PIL previsto dal governo, e lo slittamento si spiega in gran parte con un impatto maggiore del previsto dei crediti d’imposta del Superbonus. D’altra parte, il rapporto debito pubblico/PIL dell’Italia è sceso più rapidamente del previsto e si è attestato al 137,3% del PIL nel 2023 grazie alla crescita del PIL nominale.

L’impatto fiscale di questi incentivi fiscali dovrebbe essere molto più’ basso in futuro; tuttavia, le loro richieste porteranno a un maggiore fabbisogno finanziario e faranno salire il rapporto debito pubblico/Pil dell’Italia nei prossimi anni. Secondo le proiezioni del governo, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe aumentare fino al 139,8% entro il 2026, per poi iniziare un graduale declino in uno scenario a legislazione vigente”, si legge ancora.

“Questo dato è sostanzialmente in linea con le sue precedenti proiezioni, grazie a un punto di partenza migliore del previsto. La probabile estensione degli sgravi fiscali temporanei al 2024 potrebbe esercitare un’ulteriore pressione, se non accompagnata da misure di compensazione. Il piano strutturale di bilancio nazionale a medio termine del governo, che sara’ presentato entro la meta’ di settembre di quest’anno nel contesto delle imminenti nuove regole di bilancio, dovrebbe riconfermare il suo impegno a ridurre il deficit fiscale dell’Italia”, prosegue l’agenzia di rating.

Debito pubblico resta elevato

Ciò detto, gli analisti rilevano, “i rating del credito rimangono vincolati da un livello molto elevato di debito pubblico, da una debole crescita potenziale del Pil e da un contesto politico che ostacola la stabilità del governo e la capacita’ di affrontare le sfide economiche”.