Entrerà in vigore fra una ventina di giorni la direttiva Case Green, adottata dall’Unione europea e che detta nuove regole per la prestazione energetica degli edifici. A valutarne gli effetti e l’impatto su tutto il settore immobiliare e quindi anche sul mondo dell’arredobagno, un convegno organizzato da Assobagno di FederlegnoArredo, che rappresenta i produttori italiani di arredi per il bagno, durante l’assemblea generale dell’associazione.
Direttiva Case Green: cosa prevede
A partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici lo standard si applicherà dal 2028. Almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Per le case esistenti si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Ci sono poi tutta una serie di esenzioni e di deroghe possibili per:
- gli edifici di proprietà delle Forze Armate;
- edifici che hanno funzione di luoghi di culto;
- fabbricati temporanei utilizzabili per non più di due anni;
- fabbricati la cui superficie utile sia inferiore ai 50 metri quadrati;
- seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, o che hanno comunque un consumo energetico molto basso, non superiore al 25% di quello che risulterebbe dall’utilizzo costante dell’immobile durante l’intero anno.
La direttiva “Energy performance of building directive” (Epbd), inserita nel programma “Fit for 55”, conosciuta come Direttiva Case Green è stata approvata lo scorso anno dal Parlamento Europeo, e pubblicata l’8 maggio sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Da qui parte il countdown dei 20 giorni per la sua entrata in vigore nei diversi Stati Membri, che hanno un massimo di 48 mesi per applicare le disposizioni della direttiva alla legislazione nazionale.
C’è da precisare che la direttiva europea non introduce obblighi per i singoli proprietari di case, né impone ai governi di adottare specifiche misure. Ogni Stato membro ha ampia libertà nel definire le proprie politiche pubbliche necessarie per raggiungere gli obiettivi.
L’impatto sul mercato immobiliare italiano
Il convegno organizzato da Assobagno di FederlegnoArredo ha analizzato opportunità e futuri scenari del mercato immobiliare e delle ristrutturazioni.
In base agli obiettivi della direttiva Case Green, il patrimonio edilizio dovrebbe diventare neutrale alle emissioni entro il 2050 ed è quindi importante prevedere interventi integrati a livello progettuale e definire misure fiscali che favoriscano il processo di riqualificazione che vede coinvolti, stando ai dati diffusi da ANCE, 12,2 milioni di edifici residenziali, di cui oltre 9 milioni rientrano nelle classi più energivore (E, F, G). Oltre il 70% degli edifici italiani ha più di 45 anni, ovvero è stato realizzato prima del 1976.
“La Direttiva UE Case Green ci offre uno schema di riferimento per orientare le imprese e i consumatori verso pratiche più sostenibili e responsabili, Come associazione il nostro impegno è rivolto a stimolare la cultura del risparmio idrico domestico, ed è per noi fondamentale in questa fase coinvolgere tutti gli attori del settore, fare rete e garantire una transizione efficace – ha spiegato il presidente di Assobagno, Elia Vismara come riporta Il Sole 24 Ore–. L’attenzione sull’ambiente bagno è cruciale, poiché rappresenta un punto chiave all’interno delle abitazioni, dove anche piccoli accorgimenti possono fare una grande differenza in termini di funzionalità, comfort, risparmio idrico ed energetico. Si tratta di uno degli ambienti domestici che registra i maggiori consumi idrici, ma grazie all’innovazione dei prodotti è possibile ottimizzare l’uso quotidiano. Contestualmente, con l’aumento dell’attenzione sull’efficienza energetica e idrica, diventeranno cruciali ristrutturazioni che includano l’installazione di apparecchiature più efficienti dal punto di vista energetico e idrico, come rubinetti a basso flusso, docce a risparmio idrico e sistemi di riscaldamento dell’acqua più efficienti. E da questo punto di vista l’attenzione delle aziende italiane nel rendere sempre più sostenibili i prodotti può diventare un fattore di competitività rilevante”.
Inoltre, con l’occasione si è fatto il punto sullo stato dell’arte degli investimenti in costruzioni che nel 2023 ammontano, in Italia, a poco meno di 221 miliardi di euro (dati Istat) con un aumento del +5% in termini reali. L’aumento in valore è invece del +9,7%, e concerne sia le abitazioni (+5,2%) con un dinamismo lievemente maggiore per il nuovo (+5,9%) che per la manutenzione (+5%), sia il non residenziale (+15,2%) sia privato (+9,7%) che soprattutto pubblico (+23,3%). Nel 2024 la manutenzione straordinaria, che nell’ultimo triennio ha rappresentato il 40% del mercato, secondo l’Ance subirà una flessione del 27%. Se il PNRR continuerà a sostenere le opere pubbliche, con una crescita del 20%, il calo colpirà anche la nuova edilizia abitativa (-4,7%).