Desertificazione bancaria accelera: oltre 10,4 mln gli italiani senza sportelli (+500 mila in un anno)
Prosegue, senza sosta, il processo di desertificazione bancaria. Quello che vede progressivamente ridursi il numero di filiali bancarie, lasciando cosi senza servizi bancari persone e imprese. Nei primi tre mesi dell’anno altri 7 comuni italiani hanno visto chiudere l’ultima filiale presente sul loro territorio. Si vanno ad aggiungere ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015.
Un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è rimasto privo di sportelli. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 marzo 2024 da Banca d’Italia e Istat.
Oltre 10,4 mln gli italiani senza servizi bancari
Aumenta anche il numero delle persone che ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: oltre 10 milioni e 400mila italiani vivono in comuni totalmente “desertificati” (4 milioni e 392mila, + 0,4% rispetto alla fine del 2023) e in via di desertificazione, quelli con un solo sportello (6 milioni e 60mila, + 0,5%). Nell’arco di un anno, da marzo 2023, l’aumento è stato di circa 500mila persone. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 265.635, 1.123 in più rispetto a dicembre.
Dalla fine del 2023 è diminuito anche il numero degli sportelli. La tenuta che si registra a livello statistico è infatti solo apparente. Sui dati aggregati del primo trimestre incidono 101 aperture operate, in modo pressoché uniforme sul territorio nazionale, con l’eccezione di alcune zone del Sud, da Banca Private Cesare Ponti. Ma si tratta in realtà di strutture ricavate all’interno di filiali già esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking.
Al netto di queste aperture si registra invece un calo di 97 sportelli, superiore a quello dello stesso periodo del 2023 (- 72). Emerge dunque la tendenza del sistema bancario italiano ad accentuare la spinta al private banking. Ne è un esempio l’apertura di 8 filiali da parte di Mediobanca Premier, che in realtà hanno preso il posto di quelle chiuse da CheBanca!.
L’andamento nelle regioni
Confrontando i numeri con quelli dell’ultimo trimestre del 2023 si delinea un andamento non omogeneo tra le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono Friuli Venezia Giulia e Toscana (- 0,7%), Lazio, Umbria e Veneto (- 0,6%), Sicilia (- 0,4%), Sardegna e Piemonte (- 0,2%).
Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 26% utilizza l’internet banking).
La mappa delle province
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede a fine 2023 tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa.
Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 24°, Roma 40°, Napoli 50°. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia.