Società

Evasori fiscali: al via i controlli su barche, case e risparmi

I redditi dei contribuenti tornano sotto la lente del Fisco con il redditometro, lo strumento con cui lo Stato pone sotto osservazione i redditi per scovare possibili incongruenze e potenziali evasori fiscali.

Il Decreto ministeriale del 7 maggio 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, riattiva il redditometro dopo una sospensione disposta con l’articolo 10 del Dl 87/2018.

Il nuovo redditometro troverà applicazione a decorrere dagli avvisi di accertamento relativi al 2016 e tenendo conto delle decadenze maturate nel tempo, l’applicazione effettiva riguarderà i redditi a partire dall’anno 2018.

Redditometro: cosa significa e come funziona

Il redditometro è uno strumento di accertamento fiscale sintetico. In sostanza è lo strumento che dovrebbe permettere agli 007 del Fisco di risalire da una spesa effettuata da una persona fisica ad un certo reddito presunto che potrebbe risultare superiore a quello dichiarato.

Nel provvedimento vengono indicate “le informazioni utilizzabili per determinare gli elementi indicativi di capacità contributiva presenti negli archivi in possesso dell’amministrazione finanziaria” e successivamente si procederà alla determinazione sintetica del reddito sulla base sia delle spese presuntivamente attribuibili al contribuente”.

Redditometro: cosa vi rientra

Sono diverse le tipologie di contribuenti che verranno prese in considerazione dal nuovo redditometro. In particolare il provvedimento individua 11 tipologie per i nuclei familiari e 5 diverse aree del Paese

Quali spese vi rientrano? Dall‘auto a quelle per la casa, dal costo delle utenze a quelle per il possesso di barche ma non solo.

Nel redditometro entrano anche le quote di risparmio che si sono accumulate negli anni e le spese effettivamente sostenute così come risultano dall’Anagrafe tributaria.

“Le spese, distinte per gruppi e categorie di consumi del nucleo familiare di appartenenza del contribuente, sono desunte dall’indagine annuale sulle spese delle famiglie compresa nel Programma statistico nazionale, effettuata su campioni significativi di contribuenti appartenenti a undici tipologie di nuclei familiari, distribuite nelle cinque aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale”. 

Inoltre si considerano “sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico“, mentre “non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa”.

Come può difendersi il contribuente

Qualora ci si imbatta in una situazione di controllo, il contribuente potrà sempre difendersi. Come? E’ l’articolo 4 del decreto che delinea il contenuto della prova contraria che deve dare il contribuente.

Nel dettaglio questa ha ad oggetto il fatto che la spesa potrebbe essere stata sostenuta:

  • con redditi diversi da quelli relativi al periodo d’imposta accertato o con redditi esenti, soggetti a ritenuta d’imposta o comunque legalmente non imponibili;
  • da un soggetto diverso;
  • è di ammontare diverso da quello attribuito;

Inoltre sul capitolo risparmi, il contribuente potrebbe indicare che la quota di denaro messo da parte e usato per finanziare per consumi e investimenti si è formata in anni precedenti.

Codacons: redditometro è arma spuntata che mira a terrorizzare contribuenti 

Il Redditometro è un’arma spuntata già introdotta senza successo in passato da precedenti governi, e puntualmente abbandonata per non aver prodotto i benefici sperati.

Lo afferma il Codacons, commentando il nuovo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo.

Più che una misura per colpire l’evasione fiscale, il redditometro serve solo a terrorizzare i contribuenti – spiega il Codacons – Non a caso lo strumento è stato più volte introdotto nel nostro sistema fiscale e puntualmente abbandonato.

Siamo favorevoli alla lotta all’evasione, ma il Governo farebbe bene a puntare ai grandi evasori, quelli che creano società di comodo o con sede all’estero, e alle multinazionali straniere che fanno profitti miliardari in Italia, senza minacciare i cittadini onesti con spauracchi come il nuovo redditometro – conclude il Codacons.