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SCANDALO TIR: PRODI, UN LEADER IMPOTENTE

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(WSI) – L’agitazione indetta dagli autotrasportatori ha provocato, com’era previsto e prevedibile, una condizione di collasso. Le città sono assediate, manca il carburante alle pompe, non ce n’è nemmeno per le autoambulanze, mentre sono carenti i rifornimenti di generi alimentari freschi, destinati a deteriorarsi. L’agitazione era stata proclamata da un mese, ma solo ieri il ministro dei Trasporti ha brevemente incontrato le associazioni promotrici della protesta, senza concludere nulla. Poi il presidente del Consiglio si è presentato davanti alle telecamere per esprimere la sua “riprovazione” per le forme di lotta adottate dai camionisti, poi ha alzato un ditino per spiegare che non sono questi i sistemi da impiegare per ottenere quel che si chiede. Un paese bloccato da una protesta settoriale è un fatto intollerabile.

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Un governo che si limita a fare un fervorino e non sa come reagire, lo è altrettanto e forse di più. Il governo esercita il potere esecutivo, che, come dice la parola stessa, non consiste nel commentare gli atti altrui, ma nel fare quel che è necessario per assicurare diritti fondamentali, tra i quali quello alla libertà di movimento e all’approvvigionamento di beni essenziali. Può scegliere la via della trattativa, quella della repressione dei comportamenti inaccettabili (è titolare o no della forza pubblica?) o anche tutt’e due contemporaneamente, concedendo quel che è ragionevole concedere per isolare le frange più estreme e costringerle così più facilmente a rientrare nella normalità. Invece non fa nulla, ha in serata finalmente emanato un’ordinanza di precettazione che, si può già prevedere, resterà lettera morta. Bastava veder in faccia Alessandro Bianchi, ministro dei Trasporti su indicazione dei comunisti italiani, professore di scienze logistiche, completamente spaesato di fronte a una situazione che non si può affrontare con qualche considerazione teorica, ma che richiede polso e capacità di decisione.


Bastava guardare Prodi, mentre trattava i camionisti che bloccano l’Italia come fossero bambini che hanno commesso l’atto riprovevole di rubare la marmellata, per misurare la distanza abissale che c’è tra le esigenze di un paese che ha bisogno di essere governato con mano ferma e un esecutivo predicatorio e inconcludente. La situazione si aggrava di ora in ora, e richiede un intervento deciso, dei fatti, non delle chiacchiere. Poi ci sarà tempo per discutere di tutto, ma oggi il governo ha un solo dovere: liberare le strade, e non sembra proprio sia capace di farlo.

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